N omi e numeri del passato e del presente, una lente d’ingrandimento sugli ultimi precedenti e il duello che deciderà le sorti dell’incontro. Per arrivare preparati a ogni gara dell’Atalanta nel massimo campionato italiano, ecco la storia in breve delle partite dei nerazzurri come se fosse un’edizione Bignami, un bigino da portare con sé ogni fine settimana. Oggi il capitolo è intitolato “Atalanta-Genoa”.
Previsioni tattiche
Da quando ha trovato la quadratura del cerchio, è indubbio che il Genoa mostri più solidità e compattezza quando è chiaramente la sfavorita al fischio d’inizio. Quanto questo coincida con il supporto del Ferraris (pareggio con Napoli, vittoria con Roma, sconfitta di misura col Milan) sarà il banco di prova da tenere d’occhio al Gewiss. L’inserimento in pianta stabile di De Winter nell’undici titolare ha ricoperto il Genoa di una veste consapevolmente e razionalmente attendista. In fase di non possesso – che è quella sulla quale si deve analizzare e giudicare la prestazione del Genoa – Gilardino ha predisposto un 4-4-2 dalle linee compatte e difficili da districare dall’interno. Con i due riferimenti più avanzati a presidiare la zona centrale, sarà probabile immaginare una strategia simile a quella vista con la Roma: mezzali più di posizione che di aggressione (il rientro di Badelj e Strootman permetterà di schierare dal 1’ almeno uno dei due) e intasamento dei corridoi centrali. La bontà della proposta di Gasperini sarà quella di sovraccaricare le fasce e, tramite la qualità degli scambi nello stretto, trasformare il più possibile la manovra collettiva in una somma di duelli individuali funzionali alle caratteristiche specifiche: Vásquez e De Winter sono due centrali sì impiegati in fascia, ma dai punti di forza e debolezza opposti (l’ex Cremonese più abituato a scalare in avanti e contrastare sulla ricezione, l’ex Empoli migliore nel gestire la profondità e la porzione di campo alle sue spalle).