O gni volta è come un ritorno a casa, anche perché ne ha una dalle parti di Arenzano, sulla riviera di Levante. Per Gian Piero Gasperini quelle di Genova non sono mai partite come le altre: se incontra la Sampdoria sente profumo di derby (e il pubblico blucerchiato lo accoglie con annessi e connessi…) se invece tocca al Genoa, beh, è abbastanza chiaro che il Grifone gli sia rimasto nel cuore. Al punto tale da non escludere il ritorno, anche se il sentimento è emerso soprattutto nei momenti d’incertezza con l’Atalanta: ora come ora è davvero difficile immaginare il Gasp su una panchina che non sia quella nerazzurra. Anche se su quella rossoblù c’è stato comunque 7 campionati, non pochi. Appena il Gasp varca le porte del Ferraris scatta qualcosa, nel bene e nel male: come quando nel 2019, in piena corsa Champions, l’arbitro Fabbri gli mostra il rosso per le proteste conseguenti a un rigore per la Samp. Rientrando negli spogliatoi, che a Genova sono dal lato opposto delle panchine e quindi c’è da attraversare tutto il campo sotto una tempesta di fischi, il mister carica così tanta rabbia da spintonare il segretario blucerchiato Massimo Ienca per farsi strada. Il bello è che lo conosceva pure perché aveva ricoperto un analogo ruolo nei rossoblù, quando tutti e due erano dalla stessa parte della barricata. “Per lunghi anni è stato al Genoa, oggi me lo sono trovato di fronte dove probabilmente non poteva stare. Ostruiva il passaggio e l’ho appena spostato per passare. Il resto è una sceneggiata” le sue dichiarazioni nel dopogara. Nota bene, l’Atalanta aveva pure vinto 2-1 con reti di Gosens e dell’ex Zapata.