L a faccia incredula di Marcello Giannini, mitico volto catodico di 90° Minuto, dice tutto ancora adesso a 46 anni di distanza da quel colpaccio a Firenze che purtroppo, al tirare delle somme, non è servito a evitare la retrocessione in serie B. E’ l’Atalanta di Titta Rota, quella che dopo una salvezza (più che) tranquilla da neopromossa nella stagione 1977-78 pensa bene di alzare il tiro in quella successiva, cercando d’imitare il Lanerossi Vicenza finito direttamente dalla B all’Europa dopo un incredibile secondo posto alle spalle della (solita) Juventus. E in effetti i neroazzurri riescono davvero a imitare i berici, ma in negativo, visto che tornano entrambi tra i cadetti e in modo abbastanza clamoroso. Una stagione decisamente jellata, segnata in modo decisivo dall’infortunio a Salvatore Garritano, arrivato a Bergamo dopo tante stagioni nel Toro alle spalle della coppia Pulici-Graziani (forse la meglio assortita mai vista sugli italici campi) per dimostrare il suo vero valore ma costretto ad alzare bandiera bianca prima del giro di boa a causa di un grave infortunio. Torna in campo solo all’ultima contro il Lanerossi, una vittoria per 2-0 utile solo a decretare la retrocessione di entrambe. A dire il vero prima di Garritano i nerazzurri avevano inseguito “O rey”, il bomber di Crocefieschi, al secolo Roberto Pruzzo, libero e sul mercato causa retrocessione del Genoa, ma alla fine aveva avuto la meglio la Roma per 3 miliardi di vecchie lire più il prestito di una piccola e sgusciante ala di scuola giallorossa, tal Bruno Conti. L’Atalanta con e senza Garritano riesce nella non facile impresa di vincere la sua prima partita solo alla penultima d’andata, un 2-0 proprio alla Roma che fa sperare in una rimonta verso le posizioni più tranquille della classifica anche perché finalmente i giovani stanno facendo vedere il proprio valore, il già noto Pircher e la promessa Marocchino su tutti.