Cronaca / Hinterland
Sabato 21 Dicembre 2024
Faida tra trapper, il giudice: «Inquietante vuoto valoriale»
IL CASO. Tentato omicidio di Simba La Rue, le motivazioni delle condanne per la gang rivale. Il gup: «La giustizia percepita come indebita intromissione».
«Un mondo giovanile connotato da un inquietante vuoto valoriale, associato a un culto dell’immagine e della popolarità a ogni costo, e in cui la Giustizia (dei Tribunali) viene concepita come un’indebita intromissione nel privato regolamento di conti».
Il contesto in cui è maturato il tentato omicidio del trapper Simba La Rue, nome d’arte di Mohamed Lamine Saida, da parte di un gruppo legato al rivale musicale Baby Touché, non viene trascurato nelle motivazioni della sentenza emessa dal gup Riccardo Moreschi il 20 settembre, fresche di deposito. Un contesto preoccupante che, secondo il giudice, si evince anche dai post sui social e dal «contegno processuale degli imputati, rimasti sempre fedeli al gruppo di appartenenza, e della stessa persona offesa la quale non ha mai sporto denuncia-querela né reso dichiarazioni agli inquirenti ed è rimasta assente in giudizio, rinunciando a ogni pretesa risarcitoria». Per il fatto consumatosi il 16 giugno 2022 a Treviolo, sono stati condannati (con giudizio abbreviato) Moaad Amagour (sei anni), Youness Foudad (sette anni, con espulsione a pena espiata) e Francesco Menghetti (sette anni). Sempre il 20 settembre, il gup ha anche ratificato il patteggiamento a cinque anni per Samir Benksar. Anche altri giovani avrebbero avuto dei ruoli in questa vicenda, come l’allora fidanzata di Simba La Rue, ritenuta dall’accusa concorrente morale e per la quale si procede separatamente, che aveva ammesso di aver organizzato l’aggressione anche durante l’interrogatorio davanti al gip del 10 ottobre 2022.
«Violenza sempre più efferata»
La contrapposizione tra i gruppi, scrive il gup, è «generata in una spirale di violenza sempre più efferata» sfociata nel sequestro di Baby Touché l’8 giugno 2022 (per il quale Simba è stato condannato dal tribunale di Milano, in appello, a tre anni, nove mesi e 10 giorni) e la successiva vendetta messa in atto pochi giorni dopo a Treviolo. Quest’ultimo è stato un pestaggio «annunciato» sui social, dal fratello di Baby Touché, Moaad Amagour: «Zio tenetevi pronti perché ormai è guerra», e ancora: «Lo giuro sulla mia stessa vita che se non vi vedo uno a uno a terra con le pance aperte non sono un uomo», ma anche dall’amico Fouadad: «Ti ho registrato. Tempo al tempo. Giuro sull’anima di mia mamma che pagherai...ragazzi state aggiornati che sta notte scoppia la guerra, fidatevi. Questo ragazzi è un amico di Touché, è stato in galera in Marocco, non si fa problemi a bucare qualcuno». Neanche dopo il fatto è calato il silenzio social. Alcune registrazioni sono state pubblicate e poi cancellate da una ragazza. Mentre Amagour scriveva «Pull up» e, riferito a Simba, «ha fatto quello che ha fatto, noi abbiamo fatto quello che abbiamo fatto, così finisce di rompere il...».
«Scongiurato un concreto pericolo di vita»
L’episodio ai danni di Simba La Rue, se nel mondo social veniva sventolato come un vanto, nel mondo reale, e più nello specifico a livello giuridico, rientra nel quadro del tentato omicidio. Nell’illustrare in aula la perizia medico-legale, il professionista aveva infatti ribadito «l’idoneità delle lesioni a cagionare la morte della vittima», si riporta nella sentenza. Mentre «solo il pronto intervento dei sanitari ne avevano scongiurato un concreto pericolo di vita». Il trapper, oltre alle ferite superficiali anche al viso, era stato accoltellato al busto e alla gamba, dove le lesioni erano ben più profonde. Zone vitali, con la perdita di molto sangue, tanto che quando era arrivato in pronto soccorso «hanno dovuto trasfondere sette sacchi di globuli rossi». Simba aveva anche rischiato di perdere una gamba ed è stato operato due volte. La faida, negli ultimi due anni, sembra finalmente scemata.
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