Cronaca / Bergamo Città
Venerdì 26 Luglio 2024
Epatite C, due giorni di test gratuiti alla Casa di comunità di via Borgo Palazzo
L’INIZIATIVA A BERGAMO. In occasione della Giornata mondiale, la Asst Papa Giovanni XXIII mette in campo un’iniziativa di informazione e di screening, gratuito e senza prenotazione.
Al SerD di Bergamo (Casa di Comunità di via Borgo Palazzo, 130 – ingresso 10 C), sabato 27 luglio e domenica 4 agosto dalle ore 8 alle ore 12 è possibile sottoporsi allo screening rapido dell’epatite C, con accesso libero e gratuito e senza necessità di prenotazione. Il test prevede il prelievo di una goccia di sangue da un dito, procedura che comporta solo un minimo fastidio nel sito di puntura (finger test). Il risultato del test è disponibile rapidamente nell’arco di pochi minuti. Oltre al test, sarà possibile ricevere una consulenza personalizzata sui rischi dell’epatite C (HCV Hepatitis C Virus) e un opuscolo informativo.
L’iniziativa è organizzata dalla Asst Papa Giovanni XXIII in occasione della Giornata mondiale contro l’epatite (World Hepatitis Day), promossa dall’Organizzazione mondiale della sanità, che si celebra il 28 luglio di ogni anno. L’obiettivo è di educare alla prevenzione ed aumentare la consapevolezza sull’Epatite cronica da Hcv, che non dà sintomi, ma è la principale causa di cirrosi e cancro del fegato in Italia. L’obiettivo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità è di eliminare la malattia entro il 2030.
I dati di due anni di attività
«I dati di due anni di attività di screening in Regione Lombardia hanno evidenziato come i consumatori di sostanze per via endovenosa hanno una prevalenza del 40% di infezione. Rappresentano la categoria con la più alta prevalenza di malattia e sono di fatto un serbatoio di infezione che può trasmettersi alla popolazione generale – ha sottolineato Marco Riglietta, Direttore del SerD Servizio Dipendenze dell’Asst Papa Giovanni XXIII -. Per questo la Regione ha dato la possibilità ai servizi delle dipendenze di prescrivere direttamente i farmaci antivirali che permettono la guarigione e riducono, di riflesso, il rischio di trasmissione. I SerD, come centri prescrittori, riescono a trattare il 100% delle persone infette con una diagnosi, intercettandole tramite test rapidi come quelli che proponiamo nelle due giornate».
La campagna di screening in Italia
L’iniziativa si inserisce nella più ampia campagna di screening promossa dal Ministero della Salute, con l’adesione della maggior parte delle regioni italiane, rivolta a tutti i soggetti nati tra il 1969 e il 1989 che non siano mai stati trattati per epatite C. Fino al 2015, in Italia moriva 1 persona ogni 30 minuti per le conseguenze di questa patologia. Oggi, fortunatamente, sono disponibili cure con farmaci che, somministrati per via orale per 8-12 settimane, portano alla guarigione in oltre il 95% dei casi, con scarsi effetti collaterali. Ecco perché sottoporsi ai test è importante. Una diagnosi precoce permette di intervenire tempestivamente con le cure, generando tra l’altro un enorme risparmio in costi sanitari futuri e liberando risorse preziose per la sanità in generale. Si calcola che nel nostro Paese circa tra l’1% e l’1,5% della popolazione sia affetta da epatite C. Molti di questi casi però rimangono non diagnosticati.
Chi è più soggetto
«I primi risultati su 400.000 screening eseguiti in Regione Lombardia hanno dimostrato una bassa prevalenza di Hcv nella fascia di popolazione individuata per lo screening – ha rimarcato Stefano Fagiuoli, Direttore della Gastroenterologia Epatologia e Trapiantologia dell’Asst Papa Giovanni XXIII e professore di Gastroenterologia dell’Università degli studi Milano Bicocca –. A fronte delle crescenti evidenze che è nella popolazione più anziana che si riscontra la maggior prevalenza di Hcv, specialisti, società scientifiche ed associazioni hanno proposto un allargamento della fascia di età. Un’altra ipotesi sul campo è quella di rendere la rete più capillare, per esempio coinvolgendo le farmacie territoriali come luoghi dove proporre i test di screening al cittadino».
L’Asst Papa Giovanni XXIII partecipa alla campagna di screening nazionale ed ha avviato un processo per coinvolgere la rete di Ospedali, Case di Comunità, servizi di prossimità e medici delle cure primarie. Nel 2015, per la provincia di Bergamo e poi per tutta la Regione, è stata proprio il Papa Giovanni XXIII a dare vita alla prima rete di patologia per l’epatite C.
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