Ennesima lite con lo spacciatore in viale Papa Giovanni: «Viene voglia di vendere il bar»

IL REPORTAGE/2. Il gestore del «Fuori Porta» di viale Papa Giovanni: invito la sindaca per un caffè. In via Paglia: «Drogati e ubriachi, abbiamo paura».

«Facciamo tanta fatica per portare avanti la nostra attività, ma in questa situazione ti viene voglia di vendere ai cinesi». Alla fine di una lunga chiacchierata P ietro, il gestore del «Fuori Porta Caffè» di viale Papa Giovanni 80, fa uscire tutta la sua frustrazione. Ha appena assistito all’ennesima lite con un ragazzo che, sfrecciando in bicicletta sul marciapiede, ha investito un anziano che camminava. È intervenuto insieme a suo fratello per calmare gli animi ed è stato minacciato a sua volta.

Il giovane, africano, non ha timori a spiegare cosa fa in bicicletta alle 11 del mattino nel viale che dovrebbe essere la porta d’ingresso della città. «Sono uno spacciatore, vado e vengo dalla stazione, lo ha detto senza problemi» spiega Pietro, che sta sull’uscio del locale ad accogliere i clienti che entrano a fare colazione. Ci sono tanti turisti stranieri che trascinano trolley e zaini, coppie di anziani e famiglie con cani e bambini al seguito. «Siamo qui dal 2017 e la situazione, da dopo il Covid, è peggiorata – va avanti Pietro –. Tutti i giorni qui davanti passano sul marciapiede biciclette e monopattini, anche dei vari servizi di delivery, abbiamo presentato dozzine di esposti e non abbiamo mai ricevuto risposta. Ma se uscisse di qui una bambina correndo, dopo aver fatto colazione, e venisse investita, cosa succederebbe? Dobbiamo aspettare la tragedia per intervenire?».

«Tutti i giorni qui davanti passano sul marciapiede biciclette e monopattini, anche dei vari servizi di delivery, abbiamo presentato dozzine di esposti e non abbiamo mai ricevuto risposta. Ma se uscisse di qui una bambina correndo, dopo aver fatto colazione, e venisse investita, cosa succederebbe? Dobbiamo aspettare la tragedia per intervenire?»

«Qui tutto è concesso, ci fanno mettere gli ombrelloni al posto dei gazebo e poi non guardano alle cose ben più gravi che succedono - prosegue il gestore del bar -. Lo spaccio è all’ordine del giorno e alla luce del sole, le facce sono sempre le stesse e ormai le conoscono tutti. Ci sono liti e risse anche in pieno giorno, i clienti si lamentano. Chiamiamo il 112 ma quando arrivano carabinieri e poliziotti sono già scappati tutti. E se intervieni tu rischi di finire anche nei guai. Servirebbero più servizi in borghese, più passaggi. Quando la sindaca è venuta in campagna elettorale a fare il giro dei quartieri non è passata nel nostro bar, sarei ben lieto di bere un caffè con lei e farle conoscere i nostri problemi».

Viale Papa Giovanni, via Paglia, Bonomelli, Novelli, Quarenghi, Bono: tutta la zona intorno alla stazione e alle Autolinee è popolata di spacciatori e clienti, come ha ben documentato il nostro giornale nell’edizione di domenica 18 agosto. I controlli delle forze dell’ordine ci sono e sono quotidiani, ma al problema dello spaccio si intreccia anche quello del degrado.

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Ci sono senzatetto, sbandati, ubriachi, la cui sola presenza è sufficiente per far sentire in pericolo chi passa in quelle strade.

«Difficile trovare il modo di reagire»

«Hai paura perché non sai come possano reagire, sono drogati e ubriachi – afferma la titolare di un’attività ricettiva di via Paglia –. Io ho aperto nel 2015 e dopo il Covid ho cominciato ad assistere a episodi sempre peggiori. Sono cambiati gli spacciatori, prima facevano i loro traffici di nascosto e cercavano di non attirare l’attenzione, adesso sono più giovani e aggressivi, fumano tutto il giorno e sniffano alla luce del sole, molestano le donne, sono anche consumatori quindi sempre su di giri, non sai come comportarti. A me è successo di essere insultata, una volta un africano voleva accendermi la sigaretta e quando ho detto di no mi ha dato uno spintone e mi ha sbattuto contro il muro. Mi hanno rubato la bicicletta sotto casa, poi il mio fidanzato l’ha recuperata perché qualche giorno dopo ha visto un tizio passare con la mia bici e lo ha fatto scendere. Hanno rubato il cellulare dalle mani a un mio ospite, 10 giorni fa c’era uno completamente ubriaco che cantava e ballava in mezzo alla strada mentre passavano le auto. Non è un reato ma crea problemi. Un giorno in cui pioveva sono entrata nel portone e uno spacciatore si è infilato nell’androne per ripararsi dalla pioggia. Ho dovuto insistere per farlo uscire, e ho avuto paura. Un altro giorno abbiamo trovato il portone rotto e la maniglia insanguinata perché c’era stata una rissa e si erano feriti. Per la mia attività è anche un danno economico, perché nelle recensioni i clienti scrivono che la zona non è raccomandabile. Addirittura qualche ospite, appena arrivato e vista la situazione, se n’è andato subito».

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