Emigranti, le storie in un atlante online

IL PROGETTO. Centinaia di foto, lettere e interviste di chi ha lasciato la Valle Imagna e la Valle Brembana sul web. Carminati: «I valligiani orobici sparsi ovunque, ma pieni di nostalgia». Bottani: «Il sito aggiornato in continuazione».

Un grande atlante online che racconta le centinaia, se non migliaia, di storie di emigranti bergamaschi che dalla Valle Imagna e dalla Valle Brembana hanno cercato fortuna e una nuova vita in altre parti del mondo. Il progetto è di quelli ambiziosi e importanti. Realizzare un «luogo» virtuale in cui poter trovare i riferimenti geografici e storici nel mondo interessati dalla cultura migratoria bergamasca e poterne così tramandare la storia delle nostre radici, per farne memoria e non dimenticare.

Presentato al primo raduno dei bergamaschi nel mondo

A metterlo nero su web il Centro Studi Valle Imagna e il Centro Storico Culturale Valle Brembana con un progetto, condiviso con i Comuni di Barzana, Berbenno, Locatello, Roncola, San Pellegrino Terme (che hanno ottenuto un finanziamento dal Pnrr nell’ambito de «Il Turismo delle Radici - Una Strategia Integrata per la ripresa del settore del Turismo nell’Italia post Covid-19»), con il patrocinio di Italea e dell’Ente bergamaschi nel mondo, che è stato presentato il 21 settembre al primo raduno dei bergamaschi nel mondo organizzato dall’Ente bergamaschi nel mondo e svoltosi nell’auditorium del Seminario vescovile di Bergamo.

«La cultura delle povere genti della montagna orobica contiene in sé il lungo e doloroso capitolo di un fenomeno che ha colpito la stragrande maggioranza delle famiglie – racconta Antonio Carminati, direttore del Centro Studi Valle Imagna –. Per molti uomini di quelle regioni era impossibile trovare lavoro. Le valli non potevano sfamare i loro numerosi figli e ad essi, pertanto, toccava l’amara sorte di cercare il necessario per vivere in terra straniera. Le famiglie amputate di molti uomini caricavano la donna di gravi responsabilità: la prole numerosa, la conduzione della casa e delle misere risorse della terra e degli animali».

Così i valligiani orobici nel mondo sono tanti e sparsi un po’ ovunque, avendo seguito le tracce migratorie di parenti, amici, conoscenti fortunati o sfortunati. Alcuni discendenti dei primi emigranti-pionieri ritornano periodicamente nel paese di origine, altri non vi hanno messo mai piede. In genere, tutti hanno un comune sottile ma profondo senso filiale di appartenenza alla terra degli avi. La nostalgia congela per sempre quel sentimento in un ricordo edulcorato di tempi legati comunque a privazioni e sofferenze.

La raccolta delle testimonianze

«In questi anni, come Centro Studi – continua –, abbiamo fatto diversi lavori sull’emigrazione, raccogliendo diverse testimonianze di emigrati. Ora stiamo riversando tutto questo materiale nell’Atlante delle Migrazioni online. Finora abbiamo inserito quasi 300 storie di quelle che abbiamo: per ogni storia ci sono foto, scheda, intervista. Mentre il Centro Storico, grazie alla collaborazione di diversi soci, sta inserendo le storie dalla Valle Brembana, con foto e documenti raccolti, articoli di giornale: a breve saranno quasi 500».

Carminati: «Il sito è un importante contributo di riconoscenza di queste persone emigrate che hanno facilitato anche la nostra vita oggi. Vogliamo dirgli: “Non vi abbiamo dimenticati, ci siete sempre, il vostro lavoro e sacrificio rimane, non viene perso. Ma per noi diventa un fatto importante della nostra storia che è anche vostra”»

La suddivisione

Le testimonianze e i documenti acquisiti sono stati suddivisi in relazione ai territori di destinazione dei flussi migratori: regioni interne all’Italia (marker verdi), regioni europee (marker azzurri) e regioni extraeuropee (marker rossi). «Si tratta dell’emigrazione “tradizionale” – dice Carminati –, ma sarebbe bello mettere un quarto colore dove raccontiamo le storie degli emigranti di oggi».

«L’Atlante delle Migrazioni – spiega Tarcisio Bottani, presidente del Centro Storico – intende mettere a frutto e divulgare un ricco e articolato patrimonio di conoscenze, suscettibile di essere ulteriormente incrementato. L’Atlante infatti sarà in continua evoluzione, le nuove storie, i nuovi documenti, verranno costantemente inseriti nel tentativo di raccogliere più storie possibili sulla migrazione delle nostre valli (e perché no, in futuro, anche di tutta la Bergamasca, ndr)».

Diversi gli obiettivi che il progetto intende raggiungere: rendere consultabile e fruibile al pubblico un importante centro informativo di documenti dell’esperienza migratoria lombarda; favorire la creazione di relazioni tra i soggetti migranti e i loro discendenti, anche in relazione alla costruzione di processi di riscoperta dei villaggi di origine; sostenere un processo di riscoperta e valorizzazione dell’identità lombarda; favorire l’incontro intergenerazionale, mettendo in relazione il sapere popolare degli anziani con le nuove generazioni; consentire agli emigranti di ricostruire la propria storia familiare.

«Il progetto – aggiunge Carminati – nasce nell’anno del Turismo delle radici, quello dell’immigrazione di ritorno, con i figli, nipoti degli emigranti che tornano in Italia per scoprire le proprie radici. Il nostro progetto, oltre all’Atlante, punta anche a dire a queste persone: “venite nelle nostre valli, potete soggiornare qui (nelle strutture che indicheremo anche sul sito, dei comuni coinvolti) e vi aiutiamo a fare ricerche e scoprire le vostre origini”. Creando così anche turismo per i nostri territori».

«Il sito – specifica Bottani – diventerà una fonte di informazioni importante. Perché questo è un importante lavoro». «E anche un importante contributo di riconoscenza di queste persone emigrate – aggiunge Carminati – che hanno facilitato anche la nostra vita oggi. Vogliamo dirgli: “Non vi abbiamo dimenticati, ci siete sempre, il vostro lavoro e sacrificio rimane, non viene perso. Ma per noi diventa un fatto importante della nostra storia che è anche vostra”».

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