
Cronaca / Bergamo Città
Giovedì 10 Aprile 2025
Donazione degli organi, crescono i consensi: in sei mesi 11mila in più
AIDO. Sono 380mila i bergamaschi che hanno detto sì. Zanoli: «Ma c’è chi non si esprime, al lavoro con i Comuni per informare con il rinnovo della carta d’identità».
Donazione, cioè dono. Di un organo, di nuova vita. Anche nel momento più doloroso, quello della morte, l’altruismo può infatti generare una speranza. Cade l’ 11 aprile la Giornata nazionale della donazione: un impegno di sensibilizzazione ormai diffuso, a partire dal ruolo dell’Aido, e diventato poi capillare anche grazie alla possibilità di esprimere la scelta al momento del rinnovo della carta d’identità.
I numeri
Sono circa 380mila i bergamaschi che hanno detto sì alla donazione: secondo i dati sulle carte d’identità aggiornati al 31 marzo 2025, in Bergamasca 301.726 persone hanno espresso il consenso (il 69,7% di chi ha espresso una scelta ha detto sì), mentre 131.291 ha detto no (il 30,3%); ci sono poi i 79.249 iscritti all’Aido che hanno manifestato così la propria volontà di donare gli organi. La tendenza è di crescita, visto che a inizio ottobre risultavano in tutto circa 369mila consensi. In 6 mesi quindi si contano oltre 11mila consensi in più. «Il dato più preoccupante – rileva Gianpietro Zanoli, presidente provinciale dell’Aido Bergamo – è però la quota di persone che non si esprime: è su questo che dobbiamo lavorare, insieme ai Comuni, per far sì che in prossimità del rinnovo della carta d’identità arrivi al cittadino un messaggio che spieghi la possibilità di esprimere la scelta. Abbiamo avviato una collaborazione con la Provincia e con diversi Comuni, a partire da quello di Bergamo: vogliamo aprirci alle istituzioni, rafforzare il nostro impegno».
La storia
L’Aido ha fatto da apripista per rendere la donazione degli organi un tema con «cittadinanza» nel dibattito pubblico e con presenza capillare nella società, nelle comunità, e lungo questa strada si sono aggiunte nuove possibilità per diventare donatori. Una storia locale e nazionale al tempo stesso. Nel 1971 Giorgio Brumat, figura poliedrica di origini friulane ma da qualche anno di casa a Bergamo, fonda l’associazione Donatori organi bergamaschi (Dob): è il seme da cui germoglierà l’Aido, l’Associazione italiana donatori organi. Una storia di generosità e vita, a più tappe: il 16 marzo 1975 nasce la sezione provinciale dell’Aido Bergamo, e da allora, da cinquant’anni, l’associazione non si è più fermata.
I numeri
Oggi i soci dell’Aido bergamasca sono 79.249, con 124 gruppi attivi sul territorio orobico. «Per festeggiare il 50° anniversario – racconta Zanoli, dallo scorso anno presidente provinciale dell’Aido – stiamo pensando a diverse iniziative». Parecchie: «Ad esempio una “fluo walk” alla Trucca con conseguente “abbraccio” all’ospedale Papa Giovanni – spiega Zanoli –: è un’idea ancora in cantiere, ma ci stiamo lavorando». Intanto, qualcosa è già in calendario: il 6 luglio ci sarà la giornata delle «50 vette per la vita», in collaborazione con il Cai per portare anche in montagna la cultura del dono, e sempre a luglio la «Camminaido» a Monterosso, un’iniziativa podistica. Intanto, sabato 12 aprile si terrà l’assemblea provinciale dell’associazione: sarà all’Istituto delle Suore Orsoline di Somasca, in via Broseta, «proprio dove venivano fatte le prime assemblee», ricorda Zanoli.
Tra storia e futuro
Quella dell’Aido Bergamo, sottolinea Zanoli, è «una storia importante scritta da personalità importanti. Come Leonida Pozzi, presidente per una ventina d’anni (scomparso il 31 dicembre 2022, ndr), che ha gestito l’associazione con tanto entusiasmo e fatto scelte fondamentali, a partire dalla sede di Borgo Palazzo, rendendo Bergamo una sezione stimata a tutti i livelli». Certo, oggi anche l’Aido, come gran parte dell’associazionismo, affronta la sfida del ricambio generazionale: «La pandemia è stata un duro colpo – riconosce Zanoli –. L’obiettivo di fondo è cercare di recuperare i gruppi che hanno chiuso recentemente, per creare nuovi stimoli. A volte mancano le energie, altre volte ci si mette la burocrazia». I giovani restano la chiave per guardare al futuro. Vale per l’associazione ma, soprattutto, per la sensibilità verso la donazione degli organi: «Siamo attivi nelle scuole, a tutti i livelli. Lavoriamo a partire dalle elementari, per generare innanzitutto entusiasmo, un entusiasmo che i bambini possono portare alle famiglie, e poi anche nelle medie – prosegue il presidente provinciale –. Il lavoro più mirato è però quello sulle scuole superiori, con i ragazzi vicini alla maggiore età: dobbiamo preparare questi giovani, mettere curiosità e interesse alla donazione. Sappiamo che è un discorso delicato, perché si parla necessariamente di morte. L’Aido regionale ha messo recentemente a disposizione del nuovo materiale informativo, con un cambio di narrazione che permette di rapportarsi meglio ai ragazzi, mettendo al centro il valore del dono, che diventa motivo di rinascita per tante persone».
A proposito di giovani e innovazione, da qualche anno è attiva «DigitalAido», un’app – spiega Zanoli – che «attraverso pochi clic, e con l’uso dello Spid o della carta d’identità elettronica, permette di iscriversi digitalmente all’Aido ed esercitare la scelta di donare».
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