Delitto di Terno, il sopralluogo a casa con il compagno: «Sapevano cosa prendere». Sentiti zii e colleghe

SHARON VERZENI. I carabinieri giovedì mattina sono stati in via Merelli con Ruocco, prelevato un oggetto. Lui: «Sapevano già cosa prendere». Ascoltata la parente che ha scritto la lettera appesa in via Castegnate. Indagato un pregiudicato: false dichiarazioni.

In una vita apparentemente tutta casa e lavoro, gli inquirenti stanno cercando la chiave per risolvere il mistero: il movente per uccidere Sharon Verzeni, barista di 33 anni di Terno d’Isola, accoltellata in una via centrale del paese nella notte tra il 29 e il 30 luglio sorso, con il rischio di essere visti o ripresi dalle telecamere.

Chi indaga deve stringere il cerchio, sono passate ormai più di tre settimane e al momento l’unico indagato è un pregiudicato di 76 anni che abita in via Castegnate, accusato di false dichiarazioni al pm.

L’uomo viene inquadrato dalle telecamere affacciato al balcone a fumare una sigaretta negli stessi istanti in cui Sharon viene accoltellata, mentre sfreccia un ciclista che percorre contromano la strada. Ciclista che non è ancora stato possibile identificare e che gli inquirenti ritengono possa essere un testimone prezioso. Il pensionato vive sopra il bar tabaccheria e inizialmente ha detto ai carabinieri che quella notte stava dormendo. La seconda volta, messo davanti alle immagini che lo riprendevano mentre girava la testa proprio in direzione del ciclista, è stato interrogato dal pm Emanuele Marchisio ma anche in questo caso ha messo a verbale di non aver visto nulla perché operato di cataratta a entrambi gli occhi. Ha inoltre dichiarato di aver preso una pastiglia per dormire ed era comunque lontano 150 metri dal punto in cui Sharon è stata accoltellata, aveva tolto l’apparecchio acustico e dunque non aveva potuto sentire le grida di aiuto.

«Non è indagato e la sua posizione non è cambiata» invece Sergio Ruocco, hanno ribadito giovedì i carabinieri in un comunicato stampa, dopo che in mattinata gli uomini della Scientifica insieme al compagno di Sharon sono tornati nell’appartamento sotto sequestro di via Merelli per prelevare un oggetto. Un accesso durato pochissimo, dalle 10,11 alle 10,26, nel quale i militari e l’idraulico, con le ormai note tute bianche, sono entrati dal garage, sono saliti al primo piano, entrati in casa (tutto è stato filmato) e sono scesi poco dopo.

«Sapevano già cosa prendere»

«Non posso dire cosa hanno sequestrato perché sono cose riservate – ha risposto seccato Ruocco ai giornalisti che lo aspettavano sotto casa dei suoceri a Bottanuco – ma sapevano già cosa prendere». Un oggetto che, secondo indiscrezioni, non avrebbe comunque grande rilevanza per le indagini. Non è previsto che l’idraulico venga risentito una terza volta, anche se lui si è detto «già a disposizione».

Giovedì mattina i militari del Nucleo investigativo hanno sentito gli zii materni: è stata proprio la zia Giusi Previtali a scrivere la lettera lasciata in via Castegnate sul luogo del delitto e in cui si invitano i testimoni a parlare: «Chi sa non volga le spalle, non si nasconda, ma abbia il coraggio di dare giustizia a una vita». Chiaro come in questi giorni gli inquirenti stiano scavando sempre più a fondo nella vita di Sharon, sentendo i familiari e gli amici.

Sentite due colleghe

Nel pomeriggio sono state ascoltate due colleghe del bar «Vanilla» di Brembate, dove Sharon lavorava da un anno: proprio lì era stata introdotta a Scientology, che frequentava, nella sede di Gorle, almeno una volta la settimana e aveva terminato un primo corso. In una vita così casa e lavoro, le uniche persone che può aver conosciuto al di fuori della cerchia familiare potrebbero trovarsi proprio tra i clienti del bar o gli appartenenti a Scientology. E con qualcuno, quella notte, potrebbe aver avuto un appuntamento. È un’ipotesi verosimile anche perché Sharon non era mai uscita a quell’ora, mezzanotte, per andare a camminare da sola. Lo hanno confermato anche i genitori sentiti dai carabinieri martedì. E non era uscita di sera nemmeno la settimana precedente al delitto, perché gli inquirenti hanno acquisito le riprese delle telecamere e di lei non c’è traccia. Perché, quindi, proprio quel lunedì, mentre il fidanzato Sergio Ruocco dormiva già da due ore?

Sul telefono della barista potrebbe essere rimasta traccia di un messaggio inviato o ricevuto, anche cancellato, o di una chat che potrebbe dare la giusta direzione alle indagini.

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