Delitto di Casazza, il pm presenta ricorso contro la scarcerazione

L’OMICIDIO. Marchina: «Scelta del gip non condivisibile». Nessuna traccia del 32enne fuggito dopo l’aggressione a Mykola Ivasiuk. Trovata l’auto.

La decisione del gip Lucia Graziosi di non convalidare gli arresti rimettendo in libertà i due uomini fermati dai carabinieri subito dopo la morte di Mykola Ivasiuk, l’ucraino di 38 anni ucciso lunedì sera fuori dal Rosy Bar di Casazza, non convince il pubblico ministero Silvia Marchina , che annuncia ricorso.

La notizia trapela all’indomani dalla scarcerazione del calabrese di 29 anni residente in Brianza ma di casa a Casazza che, accusato di omicidio preterintenzionale dopo avere sferrato all’ucraino un c olpo (un pugno o uno schiaffo, come da lui stesso riferito al suo avvocato Pietro Funaro), giovedì è tornato uomo libero, e del quarantaseienne bergamasco residente a Spinone al Lago, dove per qualche tempo aveva ospitato proprio il marocchino coinvolto nell’omicidio e il gip ha disposto l’obbligo di dimora. Quest’ultimo è accusato di favoreggiamento nei confronti del marocchino di 32 anni che - è la seconda fase dell’aggressione – ha colpito alle spalle con una violenta bicchierata alla nuca l’ucraino, sparendo poi nel nulla.

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Proseguono le ricerche

Del marocchino ancora non c’è traccia, mentre sarebbe stata trovata l’auto a bordo della quale si era dileguato subito dopo la lite degenerata nel peggiore dei modi: la Ford C-Max del 46enne di Spinone utilizzata per la fuga dal 32enne – giovane noto alle forze dell’ordine per questioni di droga – è stata infatti individuata nella Bassa.

Venerdì 23 agosto all’ospedale Papa Giovanni XXIII è stata eseguita l’autopsia sul corpo di Mykola Ivasiuk, che a Casazza lascia nel dolore la madre e un fratello, mentre in Ucraina vive la figlia di 16 anni. Nei prossimi giorni il medico legale condividerà i risultati con chi indaga

All’esterno del bar Rosy, il locale chiuso per 30 giorni – l’ha disposto dopo il delitto il Questore su proposta del comandante della Compagnia dei carabinieri di Clusone –, lunedì sera soccorritori e militari sopraggiunti in via Nazionale, lungo la Statale del Tonale, avevano trovato Mykola Ivasiuk a terra e le immagini delle telecamere del bar hanno ripreso una scena in due azioni, passate al setaccio da chi indaga. Prima un battibecco, poi il colpo sferrato dal 29enne calabrese che, ha raccontato, era intervenuto per placare l’amico ucraino a seguito di una discussione con la sua fidanzata. Per calmarlo gli aveva dato uno schiaffo «non forte», ha riferito motivando questo particolare con il fatto di trovarsi in malattia a seguito di un infortunio proprio alla mano destra. In un secondo momento, il 32enne aveva invece colpito Mykola con un bicchiere alla nuca.

Il doppio ricorso

Il pm Silvia Marchina si oppone, impugnando la decisione del Gip che ritiene «non condivisibile».

Il gip aveva ritenuto attendibili le dichiarazioni del 29enne, decidendo di non convalidare l’arresto «per difetto di gravità indiziaria». Obbligo di dimora invece per il 46enne di Spinone il quale, difeso dall’avvocato Cristina Pizzocaro, aveva spiegato che la sua auto già da due giorni si trovava da un meccanico comune amico suo e del marocchino. Ora però il pm Silvia Marchina si oppone, impugnando la decisione del Gip che ritiene «non condivisibile». Un doppio ricorso: in cassazione sulla non convalida dell’arresto per entrambi gli imputati, mentre al tribunale del riesame per la posizione del 29enne calabrese.

Venerdì 23 agosto all’ospedale Papa Giovanni XXIII è stata eseguita l’autopsia sul corpo di Mykola Ivasiuk, che a Casazza lascia nel dolore la madre e un fratello, mentre in Ucraina vive la figlia di 16 anni. Nei prossimi giorni il medico legale condividerà i risultati con chi indaga.

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