«Creme solari pericolose? Fatto allarmismo inutile»

I DERMATOLOGI. Le sostanze messe sotto accusa normalmente non sono utilizzate nelle creme solari, dove si usano molecole del tutto diverse.

È stato recentemente divulgata la notizia che esisterebbero dei rischi nell’uso di creme solari, soprattutto per i bambini, a causa della possibile presenza in questi prodotti dei famigerati Pfas (acronimo di PerFluoro Alkyl Substances), sostanze da tempo ritenute pericolose per la salute umana. I Pfas, acronimo inglese di «perfluorinated alkylated substances», sono ingredienti per e poli fluoroalchilici che si trovano in tantissimi oggetti diversi: sono una grande famiglia di composti chimici detti «di sintesi» (oggi se ne contano oltre 4.000). Sono anche chiamati «forver chemicals», perché non siamo in grado di liberarcene e sono ubiquitari sul nostro pianeta. Sono usati principalmente per impermeabilizzare e rendere durature confezioni e involucri (quindi nei cosmetici vengono usati in alcune formule waterproof e resistenti all’acqua).

«Allarmismo inopportuno»

L’associazione scientifica Isplad (International Society of Plastic-Regenetative Dermatology) costituita da oltre 2000 dermatologi e lo «SkinLongevity Group» che riunisce dermatologi, chirurghi plastici, cosmetologi, ed altri esperti del settore, prende le distanze da queste notizie allarmistiche. Affermare che la maggior parte delle creme schermanti solari sono un rischio per la salute, soprattutto dei bambini, rappresenta un serio pericolo e potrebbe incidere sulla insorgenza di tumori cutanei da eccessiva penetrazione nella pelle dei raggi ultravioletti. «Pensiamo che si tratti di un inopportuno allarmismo in pieno agosto» dichiara Antonino Di Pietro, presidente Isplad, direttore dell’Istituto Dermoclinico di Milano e conduttore della trasmissione «Cosmetica e Benessere Magazin» dell’agenzia di stampa Italpress.

«Dal luglio 2013, in Europa, ogni prodotto cosmetico deve essere sottoposto per legge a una valutazione della sicurezza per la salute umana»

«Prima di tutto queste sostanze (largamente utilizzate come idrorepellenti in prodotti come pentole, vernici, oggetti per la casa, per il lavoro, cavi,e rivestimenti in vari settori) normalmente non sono utilizzate nei prodotti cosmetici e tantomeno nelle creme solari dove, per renderle “resistenti all’acqua”, si usano molecole completamente diverse - prosegue il prof. Di Pietro -. Ma soprattutto, dal luglio 2013 in Europa, ogni prodotto cosmetico deve essere sottoposto per legge a una valutazione della sicurezza per la salute umana prima dell’immissione sul mercato. Tale valutazione, comunemente denominata Cpsr (Cosmetic Product Safety Report), dopo una attenta disamina degli ingredienti, deve essere validata da tossicologi qualificati che garantiscano la sicurezza del prodotto».

I controlli del Ministero

«Attualmente i Pfas eventualmente presenti nei cosmetici, sono severamente regolamentati e i limiti sono 0,5 microgrammi/litro (500 nanog/litro) per la somma di tutti i Pfas, e di 0,1 microgrammi/litro (100 nanogrammi/litro) come valore di ogni singolo Pfas, prodotti cosmetici che rispettano questi parametri non sono fuorilegge. Leggendo attentamente lo studio del BfR (Istituto federale tedesco per la valutazione dei rischi) che ha lanciato l’allarme, si scopre che è stato esposto all’uso di una crema solare (senza citare di quale si tratti) un solo volontario! Attualmente i controlli del Ministero della Salute ci sono e sono molto severi; prova di ciò sono i continui sequestri doganali di prodotti importati extra Eu contenenti sostanze pericolose e vietate in Europa. Infine ricordo che dal lontano 1997 esiste l’obbligo di riportare sulla confezione di ogni prodotto cosmetico l’elenco degli ingredienti in essa contenuti; ciò deve avvenire non con nomi di fantasia ma con precisi nomi codificati secondo l’Inci (Internartional Nomenclature of Cosmetic Ingredients)», conclude Di Pietro.

© RIPRODUZIONE RISERVATA