G razie, ragazzi. Vien da dire solo questo alle 23.00, quando finito l’ultimo possibile colpo di scena del Var l’arbitro Di Bello fischia la fine di questa che più che una partita di calcio è stata un pezzo di teatro. La seconda consecutiva, dopo la tragicommedia nella gabbia di Mourinho.
L’Atalanta è in semifinale di Coppa Italia perché, prima di tutto e di ogni considerazione, l’ha meritato sul campo. L’ha me-ri-ta-to. Questa parola - merito - che al mondo del calcio comincia ormai a stare indigesta, ha vinto, per una volta. Magari non basterà per portare un trofeo in bacheca, ma basta per andare in semifinale a dispetto di tutto e tutti, per giocarsi la terza finale di questa epoca calcistica di nuovo contro la Fiorentina. E basta la parola.