Meno 11 al Real, come sta la rosa dell’Atalanta? Analisi reparto per reparto, e l’effetto dei giocatori duttili

scheda. L’analisi di Gianluca Besana

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I n questo periodo dell’anno, solitamente povero di eventi sportivi, è il calciomercato a farla da padrone sulle testate sportive. Il 2024 ha visto però la quasi concomitanza di due grandi manifestazioni quali i Campionati europei di calcio prima, e le Olimpiadi poi, e complice anche la scarsità di liquidità che attanaglia i club d’Italia (e di mezza Europa), gli affari di calciomercato sono quasi passati in secondo piano. Questo non significa affatto che non ci siano state finora operazioni interessanti, anzi, si potrebbe dire forse il contrario. Dopo l’iniziale periodo sonnacchioso, fatto di pochi affari reali e tanti abboccamenti, nelle ultime settimane si sta entrando in una fase decisamente più calda. Gli impegni ufficiali sono alle porte, e molte rose sono da completare. La deadline si avvicina, e il tempo per le schermaglie tra offerte al ribasso e richieste assurde sta per scadere. È quindi arrivato il momento di fare un ragionamento sulla rosa dei nerazzurri per vedere com’è messa l’Atalanta a 11 giorni dalla sfida di Supercoppa europea contro il Real Madrid, che per la squadra di Gasperini rappresenta anche il primo impegno ufficiale della stagione. Prima di fare i nomi, cominciamo però da un ragionamento. Spesso si dice che una squadra di vertice debba avere un doppio giocatore per ruolo. Questo era un ragionamento valido nel calcio di qualche anno fa, dove a farla da padrone erano i moduli tattici. In un calcio moderno, regolato più dai principi di gioco che da posizioni rigide all’interno di schemi tattici (il cosiddetto calcio liquido), ad essere maggiormente ricercati sono i giocatori in grado di ricoprire più ruoli, o meglio, svolgere più funzioni. Quindi meno giocatori in rosa, ma più qualità. E’ per questa ragione che un allenatore come Gasperini predilige restringere a 16/17 giocatori il gruppo dei titolarissimi. Un nucleo che diventa più facile da allenare e da gestire nel corso della stagione, e che concede a tutti la possibilità di un minutaggio adeguato. Si può in questo modo affinare meglio l’intesa con i compagni, che in un sistema organizzato come il gioco espresso dall’Atalanta diventa essenziale. In una stagione lunga come quella che attende i nerazzurri, non è però così sbagliato pensare che questo gruppo possa essere allargato a 18 giocatori. Quindi, nel roster dei nerazzurri a posizioni fisse ed assegnate, come ad esempio quella di Ederson in qualità di centrocampista interno di sinistra, si potrebbe all’occorrenza utilizzare come alternativa più di un giocatore all’interno del gruppo dei titolarissimi, senza però avere un sostituto specifico. Al suo posto potrebbero giocare Sulemana, Pasalic, o Koopmeiners, e l’Atalanta continuerebbe ad avere un rendimento molto alto.