«Che sfida lo Stretto a nuoto, vinta insieme contro ogni paura»

L’IMPRESA. Da Cariddi a Scilla, il primario di Radiologia Basso Ricci, con la figlia Diana, la tecnica Monica Bianchi e un gruppo di altri amici: «Conta lo spirito di squadra».

Attraversare a nuoto lo Stretto di Messina per dimostrare a se stessi che la volontà vince ogni paura e per condividere con amici e colleghi di lavoro un’esperienza indimenticabile, capace di rafforzare i legami di collaborazione.

È quanto ha voluto realizzare ieri il dottor Paolo Giovanni Basso Ricci, direttore della struttura di Radiologia degli ospedali di Piario e di Lovere, insieme ad altri otto nuotatori. Poco prima delle 8 il gruppo è entrato in acqua a Cariddi, in Sicilia, e dopo circa un’ora è arrivato a Scilla, in Calabria, percorrendo in piena sicurezza i tre chilometri e mezzo di mare che separano l’isola dal continente.

«L’obiettivo dell’attraversamento dello Stretto a nuoto non è quello di mettersi alla prova contro gli altri, ma contro se stessi per provare che le persone possono essere molto più forti di quanto immaginano», racconta lo stesso primario che, nel tempo libero, è istruttore di nuoto. Con lui c’erano infatti alcuni atleti della società sportiva «Rari Nantes» di Crema, fra cui il bergamasco di Songavazzo Matteo Perolari: «È stata un’emozione fantastica e sono contento perché, oltre a essere arrivato alla fine, mi sono goduto bracciata dopo bracciata tutta la traversata: c’eravamo solo noi e il mare, eravamo tutti concentrati su quello che stavamo facendo, senza alcuna distrazione».

Basso Ricci ha voluto con sé anche la figlia Diana, che oggi ha 24 anni, e che quando di anni ne aveva appena 8 è stata la più giovane nuotatrice ad attraversare lo Stretto. «Per noi – racconta il papà – questa è stata la quarta traversata, e ha un sapore ancora più particolare: Diana, all’età di 17 anni, ha dovuto affrontare una grave malattia, l’ha superata e ha voluto di nuovo tornare a compiere questa impresa».

Il viaggio

Il gruppo è decollato da Orio al Serio sabato mattina e vi ha fatto ritorno ieri in tarda serata: «Oggi saremo regolarmente al lavoro – sottolinea il primario –, ma con la gioia di un’avventura indimenticabile». Nel gruppo c’era anche la soverese Monica Bianchi, tecnica di Radiologia dell’ospedale di Piario: «Di solito le mie traversate sono nei laghi: ho fatto la Predore-Iseo, la Pisogne-Lovere, il giro di Monte Isola, ma in mare per me era la prima volta: abbiamo trovato una giornata calda, in mare si stava bene anche senza muta. È stato tutto perfetto».

I nove nuotatori erano accompagnati da due imbarcazioni, su una c’era Ilario Semperboni, marito di Monica Bianchi, e sull’altra Giovanni Fiannacca, un amico siciliano del dottor Basso Ricci, che si è occupato di tutta la parte logistica per realizzare l’impresa. «Dovevamo avere un’unica accortezza – conclude –: siccome le correnti sono molto forti, era necessario seguire con attenzione le indicazioni di chi era in barca vicino a noi. È stato insomma un lavoro di squadra quello che ci ha permesso di arrivare insieme al traguardo, ed è lo spirito che vorremmo portare con noi nella nostra vita quotidiana e lavorativa».

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