Caudano, le gioie per l’Atalanta e un sogno che si realizza: «tutto il buono» cancella una piccola amarezza

storia. Il nuovo racconto di Stefano Corsi

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“B isognava battere l’Udinese e l’Udinese è stata battuta, per concludere una settimana e un periodo meravigliosi”, ragiona il professor Caudano in una mattina fredda e nitida, mentre rientra dalla colazione da Claudio. Napoli, Stoccarda e poi i friulani, ospiti scomodi. Tre vittorie e nove punti. Lookman che sembrava aver portato l’aria di Dublino sotto il Vesuvio; De Ketelaere che in Germania si inventa un’azione potente e ricamata per mandare in goal Lookman stesso; infine, la vittoria interna cui fanno leggermente ombra il rigore non dato alle zebrette a partita appena nata e il fatto che il goal decisivo sia stato di fatto un autogoal. “Probabilmente”, obietta fra sé il buon Elvio, “il Var non ha rivisto l’azione perché in campo nessuno ha protestato e quindi il fallo di Hien è sfuggito anche davanti ai teleschermi di Lissone; quanto all’autorete, sarebbe probabilmente stata una rete, senza lo sciagurato intervento del difensore. Vincere partite così sofferte, comunque, è prova di forza. E le forze dovevano essere al lumicino: la pausa per la Nazionale sia dunque ben venuta!”. Non ha voglia di sottilizzare, Caudano, né di guardare troppo in là. Si sente seguace di Orazio, quando invita la sua amica Leuconoe a tagliare sul breve la lunga speranza. Non getta lo sguardo verso gennaio e il nuovo mercato, che potrebbe portare via qualche pezzo pregiato; tanto meno lo allunga fin verso i mesi di primavera, quando pur potrebbe profilarsi qualche traguardo, e l’Atalanta di Gasperini trovarsi coinvolta nella volata finale. Niente di tutto questo. Meglio godersi il momento, che è di una squadra bellissima in Europa, dove non ha subito neanche una rete pur disputando il torneo più nobile, e di una squadra bella in campionato, dove pure talvolta ha dovuto faticare e non sempre brilla.