Caironi: «Può essere l’ultima Paralimpiade: voglio chiudere felice»

ASPETTANDO IL 28 AGOSTO. La 34enne sarà di scena nel lungo e nei 100, «Il colore delle medaglie? Preferisco non parlarne. L’obiettivo è essere la migliore versione di me stessa».

«So che può essere la mia ultima Paralimpiade, voglio chiudere felice di me stessa. Il tempo passa, sto provando a correre più veloce…». Alla ragazzina prodigio che due lustri fa emozionava per la sua leggerezza in pista e fuori, ha fatto posto una donna che filosofeggia e pesa le parole. Lei, Martina Caironi, a quasi 35 anni, dice che se potesse allo stadio Olimpico di Parigi entrerebbe tra cinque minuti («L’attesa è lunga, voglio rivivere le emozioni di uno stadio pieno») e che la quarta esperienza a cinque cerchi di una carriera già di per sé leggendaria, si contraddistingue per un paio di fattori: «Sarà quella della perseveranza. Per essere protagonista, mi sono preparata a puntino come non mai».

«Sarà quella della perseveranza. Per essere protagonista, mi sono preparata a puntino come non mai».

Non era scontato esserci a inizio primavera, quando un problema alla schiena (tra marzo e aprile) l’ha costretta a uno stop quasi assoluto di due mesi. Da lì è ripartita step by step a fianco del coach leffese Gianni Marcarini, con cui ha condiviso l’ultimo periodo di preparazione a Predazzo, ospite delle «sue» Fiamme Gialle: «Lontano da tutto e da tutti per non tralasciare nessun dettaglio - dice - . Il colore delle medaglie? Preferisco non parlarne. L’obiettivo è essere la versione migliore di me stessa, trasformando i timori in carica agonistica».

«Ovunque vada, trovo gente che mi riconosce e che mi incita: una spinta e una motivazione in più»

Ne servirà per affrontare una concorrenza che mai come stavolta si annuncia di grande livello. Nel lungo (5 settembre), il suo stagionale di 5,28 è tra il 5,33 della rientrante Vanessa Low, e il 5,24 dell’emergente americana Lambert. Nei 100 metri (7 settembre), lo stagionale di 14”49, vale il secondo posto nel ranking T 63 dietro a Monica Contrafatto (14”41) e davanti alla campionessa uscente Ambra Sabatini, reduce da mesi complessi. In entrambi gli appuntamenti, la figlia del vento del nostro sport, gareggerà con protesi personalizzate: «Da Ester Mazzucchelli, mia amica tatuatrice nota come Missacidool: raffigureranno un ponte tra l’Italia e la Francia, e l’arcobaleno, che mi rappresenta a livello di animo e spirito».

Bergamo nel cuore

Bergamo se la porterà anche nel cuore. Da tre anni fa è tornata a allenarsi e vivere in città: «Ovunque vada, trovo gente che mi riconosce e che mi incita: una spinta e una motivazione in più». La userà per essere di nuovo icona di un movimento di cui lei, e i big, sono solo la punta dell’iceberg: «Ringraziamo tutti, federazione inclusa, per il supporto che ci dà, ma c’è molto da fare a livello di arruolamento. Dietro a noi Charlie’s Angels (nickname suo, di Contrafatto e Sabatini), non c’è nemmeno una ragazzina della nostra categoria che fa atletica…». L’Olimpiade di Parigi sarà un’altra occasione per ribadire il messaggio.

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