Bergamo, ruspe nel Morla: dopo l’inondazione è iniziata la pulizia

MALTEMPO. Partiti i lavori di ripristino dell’alveo, si portano via i detriti trascinati a valle dalla tempesta. Lombardi (Utr): «Interverremo su tutto il tratto a cielo aperto». Intanto proseguono i lavori di sgombero dei garage.

In via Maironi da Ponte, al civico 34/c, i residenti sono ancora alle prese con la pulizia dei garage. Nel pomeriggio di mercoledì 18 settembre sull’alveo del Morla, nel tratto che costeggia le abitazioni che si affacciano sul torrente, è arrivata una ruspa: lunedì mattina, a una settimana esatta dall’alluvione del 9 settembre, sono partiti i lavori di pronto intervento appaltati dalla Regione Lombardia per il ripristino del corso d’acqua del capoluogo. «Interverremo lungo tutto il tratto a cielo aperto della città – assicura Fabio Lombardi, direttore dell’Utr, l’Ufficio territoriale regionale di Bergamo –. Due interventi analoghi sono in corso anche a Ponteranica e sul Nesa ad Alzano Lombardo». Si lavora in fretta per liberare gli alvei dai sedimenti che la piena ha portato a valle durante il nubifragio.

Il braccio meccanico raccoglie e accumula di tutto sulla riva del torrente, rami, fogliame, radici, ma anche grossi tronchi e tanti rifiuti. Nelle ore immediatamente successive al disastro alcune delle aree più colpite sono state oggetto di un primo intervento da parte del Consorzio di bonifica, che ha proceduto per conto della Regione a liberare i punti più a rischio. I lavori iniziati lunedì sono stati presi in carico direttamente dall’Ufficio territoriale regionale e andranno avanti per giorni.

Lo stabile al 34 di via Maironi da Ponte ha il giardino che confina con il torrente. Il muro di contenimento che serviva a proteggerlo è stato portato via dalla foga dell’acqua, che lo ha distrutto finendo per allagare i garage e le cantine delle abitazioni vicine. Ad assistere ai lavori sul ponte che attraversa il torrente ci sono due residenti, Paolo Nava e Silvia Santi. Lei abita proprio al civico 34, quel muretto fa parte della proprietà del suo condominio: «Il nostro primo pensiero – dice – è stato quello di verificare chi potesse intervenire. Il Comune ci ha rimandato alla Regione, che però a sua volta ci ha informato che siamo noi residenti a dover presentare il progetto per il rifacimento del muro».

I tempi si preannunciano lunghi

Chi pagherà la nuova opera non è ancora dato a sapersi: il progetto dovrà essere approvato dall’Ufficio territoriale regionale, dopodiché – almeno in una prima battuta – sarà il condominio (leggi, i residenti) ad occuparsene. La Regione potrebbe stanziare dei fondi, ma solo se la spesa non sarà ricompresa nei risarcimenti chiesti per lo stato di emergenza che il Comune ha chiesto a Palazzo Lombardia e che la Regione chiederà a sua volta al Governo. Insomma, i tempi si preannunciano lunghi: da settimana prossima l’Utr avrà tempo 30 giorni per istruire la pratica, che passerà poi alla Direzione regionale della Protezione civile, prima di approdare al Ministero. Un percorso tortuoso, al termine del quale i residenti saranno chiamati di nuovo a presentare le domande di risarcimento. «Intanto noi ci sentiamo abbandonati – dicono Silvia Santi e Paolo Nava –. Almeno un aiuto per la rottamazione delle automobili che abbiamo perso con il nubifragio, sarebbe stato utile per fare fronte alle spese».

I residenti non perdono tempo, mentre ai piani interrati si lavora ancora, mercoledì mattina un’impresa edile incaricata dai condomini del civico 34 ha effettuato un primo sopralluogo per provare a stilare un preventivo per la ricostruzione del muro che è crollato: «Il Comune ci ha detto che sta cercando di ottenere qualche finanziamento, noi però in questo momento non sappiamo più a chi rivolgerci e le spese, invece, incombono», dice ancora Silvia Santi.

Nei prossimi giorni le ruspe della Regione Lombardia arriveranno fino alla zona di via Baioni, passando per tutti i tratti a cielo aperto del torrente. Chiusa la parentesi delle «grandi pulizie», ci sarà da mettere mano ai progetti per le opere di prevenzione che serviranno a mettere in sicurezza i quartieri della città bagnati da Morla e Tremana. Ma ci vorrà del tempo e soprattutto una rinnovata collaborazione tra tutti gli enti del territorio.

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