Bergamo, in arrivo sette nuovi parcheggi di interscambio

MOBILITÀ. I primi in piazzale Goisis e a Chorus Life. Berlanda: «Ma servirà potenziare i mezzi pubblici».

La scommessa è tosta, non a caso nessuno è ancora riuscito a vincerla. Sul tavolo, il neo assessore alla Mobilità Marco Berlanda, la grana dei parcheggi l’ha trovata fin dal suo primo ingresso nell’ufficio che a metà giugno ha ereditato Stefano Zenoni. Nei quartieri c’è da portare a compimento il Piano della sosta introdotto dalla giunta Gori, con l’ampliamento delle strisce blu e gialle e degli stalli con il disco orario. L’obiettivo – più volte dichiarato – è molto chiaro: alleggerire il traffico in ingresso, disincentivando l’uso delle auto private. Ed è qui che la faccenda si fa ardua: per evitare che le automobili entrino in città non basterà (solo) attivare la nuova linea del tram verso la Val Brembana. Né saranno sufficienti gli autobus della Brt verso Dalmine. Occorrono nuovi parcheggi d’interscambio ed è su questo tema che la giunta Carnevali ha deciso di scommettere «pesante». I nuovi parcheggi che l’amministrazione ha individuato in periferia sono sette, destinati ad ampliare l’offerta attuale di oltre 5mila stalli. Alcuni (piazzale Goisis e Chorus Life) apriranno nel giro di mesi, per altri servirà verosimilmente qualche anno, come per il silo di via Spino, per quello previsto a Porta Sud o per il nuovo parcheggio nell’area della Motorizzazione, per cui nel frattempo – come sta scritto anche nel programma elettorale della sindaca Elena Carnevali – si dovrà trovare una sede alternativa.

«Il programma prevede una serie d’impegni precisi e impegnativi – dice l’assessore Berlanda –. La riflessione è aperta e nasce da uno stato di necessità evidente, avvertito anche da questa amministrazione». Il concetto è quello di far dialogare almeno due forme di mobilità diverse, da un lato il mezzo privato, dall’altro quello pubblico (autobus, tram, ma anche biciclette, monopattini e servizi di car sharing). «Una cosa dev’essere chiara – prosegue Berlanda –: questi parcheggi funzionano solo se si realizza l’intermodalità; non devono essere dei capolinea, altrimenti rischiano di rimanere investimenti a fondo perduto. Serve una capacità di progettazione e di valutazione dei costi complessivi, oltre che di stima dei flussi potenziali».

Il concetto è quello di far dialogare almeno due forme di mobilità diverse, da un lato il mezzo privato, dall’altro quello pubblico (autobus, tram, ma anche biciclette, monopattini e servizi di car sharing).

Da qui la necessità di pensare da subito a una rete di servizi da mettere a disposizione di ogni futuro parcheggio. «Una volta individuati priorità e tempi, bisognerà coniugare queste analisi con i fondi a disposizione per sostenere ognuno di questi progetti», ammette Berlanda. Tradotto: servirà potenziare le linee di autobus già esistenti o prevederne di nuove, ma per farlo serviranno soldi. Ed è proprio a questo stadio che tante idee, in passato, sono state abbandonate. Ma dove sorgeranno i futuri parcheggi d’interscambio previsti dalla giunta Carnevali?

Partiamo dall’area mercatale di via Spino, dove già esiste un parcheggio interscambio a raso di 280 posti (spesso semi vuoto). L’idea è quella di realizzare un silo multipiano con altri 723 stalli. «Qui servirebbe una linea dell’Atb – ammette l’assessore –, una sorta di navetta che, soprattutto in alcune fasce orarie, renda conveniente per gli automobilisti . L’investimento sarà oneroso e dovremo fare in modo che sia utilizzato in maniera massiccia». Come dire, è inutile spendere dei soldi se poi non si riesce a farlo funzionare.

Progetti non facili da realizzare e comunque dall’orizzonte molto in là nel tempo, come l’ipotesi ex Reggiani, dove si potrebbero ricavare mille posti, ma il cui utilizzo è condizionato alla destinazione d’uso dell’area.

Lo stesso problema si presenta anche in via Lunga, dove il Comune intende riprendere il dialogo con la Fiera per l’utilizzo del parcheggio da 1.700 posti che in assenza di manifestazioni è vuoto. In questo caso, il vantaggio è che la struttura c’è già, ma le criticità non mancano, a partire dal progetto della fiera di raddoppiare spazi ed eventi. «C’è di buono che il parcheggio è già attrezzato con un sistema di controllo – spiega Berlanda –. Ci sarebbe da pattuire una convenzione e da individuare un gestore. Anche in questo caso servirebbe una linea di autobus più frequente, ma ci rendiamo conto che non è semplice, perché il costo potrebbe essere di centinaia di migliaia di euro all’anno (e nel caso il Comune non abbia i fondi necessari, il compito di reperirli spetterebbe all’agenzia del Tpl, ndr). Se però ci fossero i presupposti per un utilizzo massiccio, si potrebbe anche chiedere alle ferrovie una fermata del treno per Orio, tanto più che una predisposizione è già prevista».

Insomma, progetti non facili da realizzare e comunque dall’orizzonte molto in là nel tempo, come l’ipotesi ex Reggiani, dove si potrebbero ricavare mille posti, ma il cui utilizzo è condizionato alla destinazione d’uso dell’area. Il progetto più ambizioso riguarda Porta Sud, dove si parla di un maxi parcheggio d’interscambio da 2.600 posti, nell’ambito del maxi progetto di rigenerazione urbana, che però non sarà pronto prima di 5 anni.

Il progetto più ambizioso riguarda Porta Sud, dove si parla di un maxi parcheggio d’interscambio da 2.600 posti, nell’ambito del maxi progetto di rigenerazione urbana, che però non sarà pronto prima di 5 anni.

Nel programma della giunta Carnevali c’è anche un nuovo parcheggio nell’area della Motorizzazione civile, vicino alla quale è in costruzione un nuovo polo commerciale e residenziale. Un’ipotesi «suggestiva» che consentirebbe di risolvere l’annoso problema dell’ingesso da ovest, ma – come si diceva – bisognerà prima trovare una nuova sistemazione per gli uffici della Motorizzazione.

Gli unici due parcheggi d’interscambio che potrebbero entrare in funzione molto presto sono quelli di piazzale Goisis e di Chorus Life. Il primo, a ridosso della nuova curva sud dello stadio, sarà pronto a settembre: «Dei 330 posti che saranno realizzati – spiega Berlanda – circa 130 saranno adibiti a uso pubblico. Bisognerà determinare la tariffa e scegliere i gestori. Il parcheggio a raso resterà libero (forse a disco orario, ndr); si tratterà dunque di trovare una soluzione adeguata per evitare che rimanga inutilizzato». Anche a Chorus Life (1.200 posti), il Comune avrà la facoltà di negoziare le tariffe. «Parliamo anche in questo caso di un accesso comodo e prossimo a entrambe le linee del tram, con un bacino potenziale davvero interessante».

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