Bambini imparano a fare squadra in barca e in canoa

L’ARCA DI LEONARDO. Luca Costella ha trasformato la sua passione in un’occasione di apprendimento per minori ospiti in strutture di accoglienza o con sindrome Down.

Trasformare una passione in un gesto di solidarietà: è questa l’essenza dell’impegno volontario di Luca Costella, che da alcuni anni con l’associazione L’Arca di Leonardo ha trasformato il suo amore per la barca a vela in un’occasione per far vivere momenti di svago e apprendimento a bambini e ragazzi.

«Mi reputo una persona molto curiosa, mi piace scoprire cose nuove, vivere all’aria aperta e relazionarmi con le persone. In particolare i bambini, perché in loro ritrovo sempre la gioia dello stupore», inizia così il suo racconto. Tempo fa per motivi di lavoro Luca incontrò Alexandra Gazzola, una dei volontari e membro del direttivo de L’Arca di Leonardo. Durante un pranzo gli parlò con passione di questa associazione che ha la mission di creare occasioni di svago per minori (in particolare quelli ospitati nelle case famiglia) e per anziani. «Mi colpì subito la facoltà data a ciascun volontario di poter proporre e organizzare questi momenti di svago secondo le proprie passioni. La trovai una cosa meravigliosa, che non avevo visto in altri contesti. Pensando a questa possibilità le dissi subito che avremmo potuto portare i bambini in barca a vela». Nacque così «Arca in vela», il progetto di L’Arca di Leonardo che nel periodo estivo permette a bambini e bambine di trascorre una giornata in barca a vela e che ormai è attivo da quattro anni.

Proprio nelle scorse settimane, venerdì 26 luglio e venerdì 2 agosto, Luca ha accompagnato due gruppi a vivere l’esperienza: il primo composto dai minori ospiti di due strutture di accoglienza del Consorzio Fa, il secondo dai ragazzi e le ragazze con sindrome di down di Aipd (Associazione italiana persone Down) accompagnati dalle loro famiglie. «La giornata prende il via la mattina con l’arrivo al punto base, la Scuola Vela SportAction di Grè (Soltocollina). Iniziamo con un momento di accoglienza e spiegazione di quello che verrà fatto durante la giornata. È sempre molto bello perché arrivano in un posto nuovo, vedono una situazione diversa dal solito con le barche, i windsurf, le canoe e rimangono abbagliati».

Divisi in due gruppi

Una volta introdotti all’esperienza i gruppi si sono poi suddivisi: durante entrambe le giornate una parte dei partecipanti è partita in barca a vela, mentre l’altra parte in canoa. «Io conduco la barca a vela, coinvolgendo e coordinando i ragazzi in tutte le attività: dallo sciogliere i nodi fino alla gestione del timone. Loro si incuriosiscono molto per questa barca che si muove senza l’uso del motore». La barca a vela ha condotto una navigazione seguendo le canoe, che dopo una breve formazione sono partite fino alla Baia del Bogn, una particolare insenatura dove le pareti di roccia cadono a strapiombo nell’acqua: luogo ideale per ricaricarsi con un bagno in tutta sicurezza. Dopo il bagno i gruppi sono tornati alla base per il pranzo e per darsi il cambio nelle attività, fino al tardo pomeriggio quando è arrivato il momento di tornare a casa. «Entrambe le giornate sono state donate grazie alla sponsorizzazione della Scuola di Vela Sportaction che ha scelto di sostenere l’iniziativa e al contributo di un amico, ex allievo di vela, che ha apprezzato il progetto e ha contribuito alle spese. Ci tengo a ringraziarli».

Non solo divertimento

La giornata in vela non è solo un’occasione per divertirsi e sperimentare cose nuove, ma un importante momento per imparare a fare squadra e lavorare insieme: sono attività che implicano la capacità di comunicare e coordinarsi, di darsi una mano a vicenda. «In barca a vela ognuno deve dare il suo contributo, in canoa se non si rema coordinati non si riesce ad andare avanti. E poi si portano a casa un po’ di capacità di affrontare le difficoltà, aiutati dal gruppo che incita e dagli adulti che rassicurano». A fine giornata ragazzi e ragazze avevano gli occhi pieni di gioia: «Basta poco per gasarli ed emozionarli. Il loro entusiasmo è la spinta a continuare».

© RIPRODUZIONE RISERVATA