Bajani e la fuga dal dolore nell’archeologia del presente

LA RECENSIONE. Dopo continui tentativi di rinnovamento, soprattutto alla fine del secolo scorso, la famiglia resta il nucleo centrale della società, seppur in perenne stato di crisi.

Spesso è una famiglia più immaginata che reale, più subita che voluta, un oggetto che attraversa la coscienza di genitori e figli.

La messa in discussione della figura paterna, la scomparsa del padre in forma classica, non ha infatti generato utili alternative, ma solo tentativi mal riusciti di mettere una toppa a un abbattimento in parte inevitabile e dettato dall’evoluzione della società stessa, in parte imprevisto e frutto di una crisi più estesa, che ha colpito prima di tutto il maschio e il suo ruolo nella società. Allora sembra dire e scrivere Andrea Bajani nel suo ultimo romanzo, intenso e coinvolgente, «L’anniversario» (Feltrinelli), non resta che la fuga. Mollare tutto, scappare, andare via. Dare comunque forma a un movimento che possa quanto meno rendere palpabile un dolore che fino ad allora si alimenta di storture e sensi di colpa, incomprensioni e tacite accuse di fallimento.

Bajani scompone, analizza e ricerca una possibile ricomposizione di una frattura, che è al tempo stesso intima e pubblica. Frutto di un’inadeguatezza che è tutta nei tempi in cui viviamo vacui e apparentemente banali. Bajani, con grande qualità letteraria e raffinatezza lessicale, scandaglia la vita di una madre e di un figlio restituendo corpo e sostanza al significato, oggi spesso smarrito, di memoria. Una memoria che sia sensibile e viva e non marmorea e intoccabile, una memoria che divenga terreno comune di scambio e condivisione.

Un racconto che non ricerca una speculazione sui sentimenti, ma si limita a prenderne atto, a dare visione di una serie sempre più infinita e dolorosa di fratture

Uno strumento prezioso, oggi messo a rischio spesso da un’attualità confusa troppo facilmente con la contemporaneità. «Tornerai a trovarci?». È la domanda serrata e tesa che pone la madre al figlio, una domanda che sa di rifiuto e al tempo stesso di resa rispetto a un tempo e a uno stare insieme ormai esaurito. «L’anniversario» è forse il libro migliore di Andrea Bajani perché qui l’autore vi condensa i suoi temi e lo fa con la grazia di una consapevolezza narrativa fresca e piena. Un’archeologia della famiglia che diviene - per dirla con Sebastiano Vassalli - un’archeologia del presente. Un racconto che non ricerca una speculazione sui sentimenti, ma si limita a prenderne atto, a dare visione di una serie sempre più infinita e dolorosa di fratture. Un modo per delineare un campo restituendo un orizzonte degno di essere chiamato futuro, dentro cui forse un giorno si potrà ritornare a casa.

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