S arà dunque l’Atalanta di Gasperini a disputare la finale di Europa League a Dublino, il prossimo 22 maggio. Di fronte i nerazzurri si troveranno le “aspirine” di Leverkusen, che pur soffrendo nella gara di ritorno contro la Roma, sono riusciti a strappare il pass per l’atto finale della competizione. Proprio con una riflessione sulla nostra avversaria vogliamo iniziare questa seconda parte di analisi, prima di entrare nel dettaglio della gara giocata e vinta per 3-0 dai nerazzurri contro il Marsiglia. La semifinale che la squadra allenata da Xabi Alonso ha giocato contro la Roma ci ha detto che battere il Bayer Leverkusen non è una missione impossibile. I tedeschi hanno agguantato il gol del pareggio (2-2) solo nel finale di partita, quando i giallorossi erano protesi in avanti alla ricerca del gol qualificazione. Oltre a questo, se il percorso in Europa League dei nerazzurri è stato netto e fatto di prestazioni di livello assoluto, non lo è stato altrettanto quello dei tedeschi, che hanno traballato prima contro il Qarabag, e poi proprio contro la Roma. Avversaria difficile dunque, ma non imbattibile. L’Atalanta in finale si troverà ad affrontare una grande squadra, ma che ancora non ha la dimensione e la forza delle big d’Europa che abitano al piano superiore (leggi Champions League). Chiusa la piccola parentesi sull’avversaria che incontreremo a Dublino, torniamo a concentrarci sulla sfida giocata contro il Marsiglia, che i nerazzurri hanno largamente dominato e meritato di vincere.
Cercare di intuire con quale modulo i francesi avrebbero affrontato la partita è stata ancora una volta la discussione che ha tenuto banco tra gli addetti ai lavori nei giorni che hanno preceduto l’incontro. Il dubbio principale riguardava il pacchetto arretrato, con la possibilità che Gasset schierasse i suoi con una linea a quattro anziché a tre, o meglio, a cinque, come fatto all’andata. Il recupero di Gigot, poteva far propendere per la prima soluzione, ma poi, il tecnico d’oltralpe ha optato per schierare i suoi con un modulo identico a quello dei nerazzurri (3-4-3), che ha favorito gli accoppiamenti in fase di non possesso. Probabilmente lo ha fatto sperando che i suoi eguagliassero il numero di duelli vinti nella partita giocata, e confidando sulla settimana di riposo concessa al Marsiglia dalla federazione calcio francese. Gasset ha così sfidato per la seconda volta l’Atalanta sul suo terreno preferito: l’intensità.