C’ era una volta una squadra che in questo periodo dell’anno aveva sempre davanti a sé un bivio: salvezza, e festa per una nuova Serie A, o non salvezza, e programmi per risalire. Oppure promozione dalla B, e dunque grande festa, e palloncini. 39 anni e 11 mesi fa - era il 10 giugno 1984 - l’Atalanta tornava in Serie A dopo l’unico giro della sua storia nell’inferno della Serie C. In mezzo, la metamorfosi. In mezzo, un’Europa capitata quasi per caso e diventata leggenda, e due altre partecipazioni, conquistate con la propria forza. Era l’Atalanta di Mondonico. La metamorfosi di questi decenni ci ha portati qui. Trentatre stagioni, dal 1984, giocate nel massimo campionato e due sole volte di fila in B. E poi queste ultime, in cui l’Europa è passata da eccezione a regola, al punto che persino qualcuno sarebbe capace di storcere il naso se in fondo a tutto la nostra Europa non si chiamasse Champions. Stasera l’Atalanta si gioca l’ennesima partita più importante della sua storia. Frase che tutti abbiamo detto e ripetuto tante volte, in queste ultime settimane. Ogni partita supera la precedente, dentro un territorio inesplorato per bellezza e prestigio. Come sempre, vada come vada: alla fine potremo solo applaudire questi meravigliosi giocatori, questo allenatore visionario, questa società illuminata.