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La domenica del villaggio / Bergamo Città
Lunedì 24 Febbraio 2025
Atalanta, l’Impossibile: il sogno di una città e gli occhi della tigre
IL COMMENTO. Si chiama scudetto, è un triangolino con i colori della bandiera italiana che giusto da un secolo (il primo a fregiarsene fu il Genoa, stagione 1924/25) identifica sulla maglia la squadra che vince il campionato. Leggenda vuole sia nato da un’idea di Gabriele D’Annunzio.
A meno di clamorose sorprese (a proposito, occhio alla Juve che gioca male ma ha gli uomini, non ha più la Champions e ogni weekend rosicchia qualcosa a qualcuno) se lo giocheranno in tre. Più avanti di tutte c’è l’Inter, quella che con lo scudetto ha più confidenza: ne ha conquistati 20. Un punto più sotto c’è il Napoli. Superstiziosi per tradizione, i partenopei non chiamano per nome lo scudetto, ma non è che sia servito a tantissimo: ne hanno vinti tre in quasi cent’anni di vita.
Altri due punti e troviamo l’Atalanta. Entrata in punta di piedi nel giro che conta per regalare l’Impossibile a una città che oscilla fra la tentazione di conoscere meglio questo scudetto, dandogli del tu e chiamandolo per nome, e il pudore di non osare neppure nominarlo, in un misto di pragmatismo bergamasco e superstizione napoletana. Dettagli. La cosa che conta davvero è che l’Atalanta sia lì, e che sia uscita dalla settimana più complicata degli ultimi anni, in cui per la prima volta ha preso forma lo spauracchio della fine dell’epoca più bella di una storia ultrasecolare, con una forza interiore capace di convogliare ogni tipo di tensione nella giusta direzione: quella di un obiettivo condiviso finora inimmaginabile.
Hanno in comune gli occhi della tigre, lo sguardo – reso celebre dal film Rocky III e dal brano adrenalinico che ne fu colonna sonora – di chi ha fame ed è disposto a lottare oltre i propri limiti per conquistare un obiettivo. Poi, questo obiettivo, ognuno lo chiami come vuole. L’importante è continuare a sognarlo, volerlo, inseguirlo
Al di là delle divergenze affiorate, hanno qualcosa in comune Gian Piero Gasperini mentre annuncia di avere poco tempo per inseguire l’Impossibile perché non ci saranno rinnovi; Luca Percassi mentre afferma che la società rispetterà la volontà dell’allenatore; Ademola Lookman che dopo aver segnato due gol se ne va senza rispondere alla domanda sui rapporti con il tecnico. Hanno in comune gli occhi della tigre, lo sguardo – reso celebre dal film Rocky III e dal brano adrenalinico che ne fu colonna sonora – di chi ha fame ed è disposto a lottare oltre i propri limiti per conquistare un obiettivo. Poi, questo obiettivo, ognuno lo chiami come vuole. L’importante è continuare a sognarlo, volerlo, inseguirlo. Anche facendo gli scongiuri, se vogliamo. Perché sabato 1 marzo l’Atalanta ospita il Venezia, e subito dopo c’è Napoli-Inter...
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