S amardzic ha salvato l’Atalanta. Il gol segnato dal centrocampista offensivo serbo al 90° minuto ha disinnescato una serie di polemiche pronte a esplodere se al termine della partita giocata al Dall’Ara, la squadra di Gasperini avesse perso la quarta gara in campionato su sei giocate. Chiariamo subito un concetto: noi di Corner non avremmo condiviso queste polemiche, e riteniamo ridicolo metter in discussione un allenatore che ha fatto la storia dell’Atalanta e che da nove anni ha dimostrato di conoscere il gioco del calcio come pochi altri. Al tempo stesso è però inutile nascondere che l’avvio di stagione dei nerazzurri si sta dimostrando decisamente più complicato del previsto, e che in alcune occasioni è stato difficile comprendere alcune scelte adottate dal tecnico di Grugliasco. Ovviamente lo è stato per noi che abbiamo conoscenze parziali e limitate rispetto a chi vede la squadra al lavoro tutti i giorni. Ma con quello che sappiamo e vediamo dobbiamo ragionare e analizzare, e anche per quel che riguarda la partita di Bologna ci sono state situazioni sulle quali riflettere a partire proprio dall’undici iniziale schierato da Gasperini.
L’Atalanta ha rinunciato in avvio di gara ad una punta centrale (Rategui) in favore di un trequartista. Nella posizione alle spalle di Lookman e De Ketelaere è stato schierato un po’ a sorpresa (o forse no) Brescianini, e non il sebo Samardzic, acquistato in estate per sostituire Koopmeiners. Sulla carta, la scelta di Gasperini rispondeva all’esigenza di sottrarre un punto di riferimento alla coppia di centrali di Italiano (Lucumi, Beukema), e disporre così di un attacco più “liquido” e mobile, capace di riempire il centro solo al momento opportuno. Uno degli obbiettivi era quello di creare dubbi nelle letture difensive di una coppia di difesa non particolarmente veloce.