“È un venerdì mattina viscido”, pensa il professor Caudano, facendosi sulla soglia della sua villetta liberty e guardando il cielo, ancora grigio e gonfio di pioggia promessa.
E lo pensa con dispiacere, perché vorrebbe finalmente la primavera, una primavera sicura, nella cui luce e nel cui rifiorire godersi la Langa.
Invece, quasi un’avvisaglia d’estate a metà aprile, e poi questo cupo colpo di coda dell’inverno: pioggia, freddo, il riscaldamento non più acceso solo per pudore, perché a maggio sarebbe davvero un’indecenza.
La mattinata è storta.
Dopo una certa età, è normale che quasi quotidianamente compaiano acciacchi, piccoli dolori, fastidi. I quali, poi, per solito, se ne vanno da soli, così come sono venuti, o non superano un livello che autorizzi serie preoccupazioni. Ma in questo venerdì, il povero Elvio avverte un dolore alla spalla sinistra, come ci avesse maldormito sopra, o il giorno prima avesse compiuto un movimento sbagliato, maldestro.
Tempo e spalla, dunque.
E un po’ di maledetta tosse, favorita dal primo e destinata, a ogni colpo, a ripercuotersi sulla seconda.
“Giornata storta”, mormora.
Ma è persona troppo onesta per non finire con l’ammetterlo, mentre rientra per prepararsi a uscire per colazione: a dolergli è l’Atalanta.