C orsi, ricorsi e qualche coincidenza. Diciamola tutta, che tra le squadre della Champions ci siano anche Atalanta e Bologna è una boccata di ossigeno, soprattutto per chi continua a credere ai sogni nonostante tutto. Vero che i nerazzurri con il trionfo di Dublino in Europa League hanno fatto un ulteriore – e probabilmente decisivo – salto di qualità in ambito europeo, ma lo è pure il fatto che la loro storia resta ovviamente meno prestigiosa di club come Real, Bayern, Barcellona e Liverpool solo per fare qualche nome. E che dire dei rossoblù felsinei che (escludendo l’Intertoto) l’ultima capatina in Europa l’avevano fatta un quarto di secolo fa e che ora ci rientrano dal portone principale, quello di sua maestà la Champions? In realtà quello del Bologna sarebbe un ritorno, visto che vanta una partecipazione alla Coppa dei Campioni edizione 1964-65, decisamente fugace, ma qui comincia una serie di curiose coincidenze e parallelismi con l’Atalanta. Tanto per cominciare uno degli uomini-chiave di quella squadra era il bergamasco Marino Perani, nato a Ponte Nossa, scuola nerazzurra, scomparso nel 2017. Le cronache narrano però ai tempi di qualche dissidio con la società sul rinnovo del contratto, al punto tale che l’intesa viene raggiunta in zona Cesarini e il giocatore raggiunge i compagni a Linate quando sono già sul punto di partire per Bruxelles dove sono attesi dall’Anderlecht. Che non è ancora la squadra che vincerà due Coppe delle Coppe e una Uefa tra metà anni ’70 e inizio ’80, ma comunque un pessimo cliente fresco di 11° campionato nazionale. Stradominato a giudicare dai 12 punti di vantaggio sullo Standard Liegi. Quella Coppa dei Campioni era quanto di meno simile all’attuale. Partecipavano solo le vincitrici dei campionati più la squadra detentrice del trofeo, nella fattispecie l’Inter sconfitta proprio dal Bologna a Roma in quello che rimane il solo spareggio per lo scudetto nella storia del calcio moderno in Italia. All’appello delle varie federazioni europee iscritte manca solo l’Unione Sovietica che farà il suo debutto nell’edizione successiva, ma poco alla volta dal primo torneo del 1955-56 in poi il quadro è praticamente completo.