I l secondo stop imposto al campionato per via degli impegni delle Nazionali lascia il tempo a noi di Corner di analizzare le prestazioni dell’Atalanta focalizzandoci ogni volta su un reparto diverso. Nel primo dei nostri approfondimenti (leggilo QUI ) ci siamo occupati della difesa e in senso più ampio della fase di non possesso della squadra di Gasperini. Oggi ci occuperemo invece del centrocampo nerazzurro. Prima di addentrarci nelle tematiche specifiche di ciò che succede in casa Atalanta è bene fare alcune considerazioni generali. La linea di centrocampo è il cuore nevralgico del gioco di ogni squadra. Da lì passano e sono coordinati tutti gli sviluppi offensivi, e allo stesso tempo è proprio il centrocampo a dare un contributo fondamentale nella fase di non possesso, facendo da schermo alla linea difensiva. A livello statistico, difesa ed attacco sono per certi versi più misurabili. Gli xG e i tiri a favore e contro, i gol segnati e subiti, sono già di per sé un termometro per capire se ci sono dei problemi nella linea offensiva o in quella difensiva. Il centrocampo fornisce il suo contributo (assolutamente decisivo) a entrambe le fasi di gioco, ma proprio per questo è più difficile rappresentare il suo contributo attraverso una serie di statistiche. Pensate ad un confronto tra le mediane di una squadra speculativa ed una con una filosofia di gioco propositiva. La prima avrebbe dei dati ridotti per quanto riguardano le principali statistiche di possesso (possesso palla, passaggi effettuati, precisione dei passaggi, ecc. ecc.). Nella seconda invece, questi dati avrebbero un peso specifico maggiore. Ed ancora. La prima per via del suo baricentro basso avrebbe dei centrocampisti che per numeri sarebbero più assimilabili ai difensori, la seconda invece, per alcuni dei suoi protagonisti più come attaccanti.