A volte il destino spiega tutto. Marino Perani se n’è andato il 18 ottobre del 2017, un mercoledì: quattro giorni dopo a Bergamo si giocava Atalanta-Bologna, l’alfa e l’omega della sua carriera calcistica. Che in realtà tecnicamente si è conclusa oltre oceano, nelle fila dei Toronto Metros nel 1975 con 8 presenze e pure un goal. La stagione dopo i canadesi con l’apporto del fuoriclasse portoghese Eusebio vincono il titolo Nasl, il campionato nordamericano. Per conquistare poi le simpatie degli emigranti italiani (una potenza a Toronto) nel 1983 la società (diventata nel frattempo Blizzard) acquista pure Roberto Bettega. Ora nella città canadese c’è il Toronto Fc che non ha alcun rapporto con le società precedenti e dove hanno giocato, tra gli altri, Bernardeschi, Insigne, Giovinco e Criscito. Ma torniamo a Perani che in realtà di esotico aveva pochino, anche se una delle svolte della sua carriera è legata alla Corea del Nord, ma ci torneremo poi. Classe 1939, nato a Ponte Nossa, è l’ultimo di famiglia approdato in maglia nerazzurra: prima era toccato al fratello maggiore Ettore (attaccante da fine anni ’30 al dopoguerra) e agli zii Gino e Aldo, rispettivamente portiere e attaccante nella seconda metà degli anni ’20.