Come compra (e com’è cambiata) l’Atalanta, come comprano le altre: analisi delle strategie di mercato

scheda. La seconda parte dell’analisi di Enrico Mazza

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U n approfondimento di qualche anno fa su Corner si intitolava «cambiare quando serve cambiare», si riferiva a come negli anni l’Atalanta fosse stata capace di rinnovarsi e stare al passo con obiettivi sempre più ambiziosi limitandosi ad effettuare dai 3 ai 5 innesti nella rosa ad ogni sessione estiva di mercato con un occhio attento al bilancio e senza rinunciare alla vendita di qualche pezzo pregiato. Bene, l’estate 2024 ha rappresentato l’esatta antitesi del precedente modus operandi. Nella precedente puntata che potete leggere QUI ci siamo occupati degli investimenti effettuati dal club bergamasco con particolare attenzione ai costi e al loro impatto a bilancio. Ora a mente fredda ed approfittando della sosta possiamo elaborare qualche riflessione che vada anche al di là del conto economico della società. I comportamenti del club bergamasco sono profondamente cambiati: c’erano già stati segnali forti l’anno scorso quando si era strappato Scamacca all’Inter e si era trattato con il Milan per De Ketelaere e quest’anno vi sono state conferme significative. In passato si scandagliava soprattutto il Nord Europa alla ricerca di profili semi-sconosciuti da valorizzare investendo cifre che mai superavano i 15 milioni, una politica che dal punto di vista economico era vicina al cosiddetto «rischio zero»; infatti la somma sopraindicata, specie se investita per un giovane, era facilmente ammortizzabile dopodiché, nel peggiore dei casi, si sarebbe inserito in rosa un giocatore di medio livello. Nel caso più favorevole si lanciava un calciatore e dopo qualche stagione vi era la possibilità di registrare importanti plusvalenze. Le due facce di questa medaglia possono essere rappresentate da un lato da Malinovsky e Miranchuk, dall’altro da Hojilund e Koopmeiners, per non parlare poi degli acquisti effettuati a poco prezzo come Gosens, Freuler, Hateboer ed altri. Ora la politica è cambiata e negli ultimi 2 anni sono già 8 i calciatori, compresi quelli per cui la società gode di un diritto di riscatto, che comporteranno un investimento superiore ai 20 milioni.