Allarme dipendenze, tra Isola e pianura casi cresciuti del 13%
IL FENOMENO. Nel 2023 ai SerD di Treviglio, Martinengo e Ponte San Pietro seguiti 2.478 utenti: erano 2.189 nel 2022. «In aumento le problematiche legate ad alcol e cocaina».
È un intreccio fra «vecchio» e «nuovo», tra sostanze storiche e nuove frontiere. Con un tema di fondo: tra i giovani serpeggia una fragilità che porta sempre più spesso alla dipendenza. L’ultima fotografia è impressa nei dati del Servizio territoriale delle dipendenze dell’Asst Bergamo Ovest, che risponde ai bisogni di un territorio che va dall’Isola alla pianura. Nel 2023 i SerD di Treviglio, Martinengo e Ponte San Pietro hanno seguito 2.478 utenti, con un aumento del 13,2% rispetto ai 2.189 del 2022.
«La tossicodipendenza rimane la problematica che maggiormente impegna i nostri servizi, per il 37% dei casi – spiega Luca Moltrasio, direttore del dipartimento di Salute mentale e dipendenze dell’Asst Bergamo Ovest –. Tuttavia i dati ci mostrano come le tipologie e le casistiche di dipendenza si sono modificate in risposta a nuovi stili di vita inficiati e che hanno comunque risentito dalla pandemia».
La duplice dipendenza
Cambia l’«equilibrio» tra le sostanze, muta l’età di chi è caduto nella dipendenza ma chiede aiuto per uscirne. «Osserviamo un aumento delle problematiche legate all’uso dell’alcol (+12,3%) così come della cocaina (sempre più spesso fumata, +7% rispetto al 2022), e sempre più spesso osserviamo una duplice e concomitante dipendenza tra queste due sostanze – commenta Moltrasio –. Le problematiche organiche alcool correlate determinano inoltre una crescente necessità di cure specifiche. Sono aumentate le segnalazioni e gli invii per problematiche legali anche da parte della Prefettura (+15%), con cui collaboriamo con la presenza di un nostro operatore».
Il balzo recente degli utenti in carico ai SerD è stato osservato anche nelle altre Asst: al «Papa Giovanni» (che gestisce il SerD di Bergamo e il SerD Carcere) si è passati dai 3.163 utenti del 2022 ai 3.468 del 2023 (+9,6%, con uno specifico +11,4% in quello di Bergamo), alla Bergamo Est (che gestisce i SerD di Lovere e Gazzaniga) si è saliti dai 601 utenti del 2022 ai 641 del 2023 (+6,7%).
Mettendo insieme le tre Asst si passa così dai 5.953 utenti del 2022 ai 6.587 del 2023, con un incremento del 10,7%.
La lente si posa così sui più giovani: «L’alcol, tra i giovani, assume sempre più caratteristiche di problema, così come la correlazione tra cannabinoidi e disturbi psicologici tra i giovanissimi, come riportato dai Cps (Centri psico sociali, ndr) del nostro dipartimento e dai colleghi impegnati nei Pronto soccorso – aggiunge Moltrasio –. Nelle attività che abbiamo voluto e cui partecipiamo sul territorio, nelle scuole, nei progetti di prevenzione e intercettazione, osserviamo il diffuso uso di cannabinoidi e il sempre più aumento di problematiche alcool-correlate, così come un accesso sempre più facile a farmaci, antidolorifici e benzodiazepine in primis, con fenomeni di vero e proprio abuso. Spesso, soprattutto i giovani, arrivano alla nostra osservazione solo successivamente a un evento».
L’accesso in Pronto soccorso rivela appunto ulteriori informazioni, ma anche ulteriori cambiamenti: «In questi casi emergono, come quotidianamente discusso e osservato all’interno del nostro dipartimento, l’uso di smart drugs, catinoni sintetici e mix di alcol e farmaci spesso conosciuti proprio e solo attraverso le riferite esperienze dei nostri ragazzi – approfondisce Moltrasio –. Esiste ancora la ricerca dello sballo, ma sempre più spesso i nostri giovani accedono alle sostanze e ai fenomeni di dipendenza, come anche il gioco d’azzardo, per una fuga, in un loop per la ricerca di una gratificazione immediata così come di “automedicamento” di stati ansiosi».
La prevenzione
L’attenzione si posa sulla prevenzione: «Oltre alle cure, siamo chiamati a un lavoro di rete con chi sul territorio quotidianamente affronta le problematiche e le conseguenze delle dipendenze: penso agli enti del Terzo settore, al privato sociale, alle Prefetture, alle scuole, alle forze dell’ordine e anche alle Case di comunità – conclude Moltrasio –. Dobbiamo essere capaci di poter aiutare chi vediamo ma non intercettiamo. Dobbiamo guardare ai giovani, ai nuovi bisogni, a chi sul nostro territorio vive una nuova e diversa fragilità. Dobbiamo curare e intercettare precocemente, ma allo stesso tempo promuovere salute soprattutto con i giovani».
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