Al museo per ritrovare il benessere

IL CONVEGNO. Alla Gamec spazio alla «Mindfulness»: occasioni per ridurre lo stress e favorire l’inclusione. Tra le esperienze proposte incontri con l’arte, laboratori creativi e un focus dedicato al personale sanitario.

«La Mindfulness nei musei». Una pratica innovativa che vuole portare nelle sale museali una disciplina nota per i suoi benefici sul benessere psicofisico, riducendo stress e ansia attraverso tecniche di meditazione, respirazione e osservazione consapevole. È stato questo il tema di cui si è dialogato ieri alla Gamec - Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo in un convegno dedicato aperto ai cittadini per sottolineare il ruolo crescente delle istituzioni museali come attori di un innovativo sistema di welfare culturale orientato alla promozione della salute e del benessere dei cittadini.

La giornata, attraverso momenti di riflessioni dedicati alla pratica di Mindfulness e un’attività pratica condotta dalle docenti della disciplina Lorenza Guidotti e Jolien Posthumus, ha offerto un’occasione per esplorare come integrare la Mindfulness nei percorsi museali.

L’obiettivo principale è duplice: trasformare il museo in un luogo inclusivo e accessibile per il benessere di tutti e stimolare nuove sinergie tra istituzioni, esperti di Mindfulness e stakeholder del settore sanitario e sociale, rispondendo così ai bisogni emergenti della società. «Il convegno ha rappresentato un’importante occasione di scambio e approfondimento sulle buone pratiche adottate dai musei per migliorare l’esperienza dei visitatori e promuovere la crescita culturale e personale. Durante l’incontro è emerso quanto sia cruciale integrare strategie innovative e metodologie all’avanguardia, finalizzate a favorire il benessere psicofisico e a promuovere l’inclusione sociale», ha detto Rachele Bellini, Dipartimento Educativo Gamec.

Connessione emotiva

Nello specifico, il dipartimento educativo della Gamec, pur non lavorando attualmente su progetti strutturati basati sulla Mindfulness, continua a concentrare i propri sforzi nello sviluppo di attività volte al benessere del pubblico e alla valorizzazione dell’esperienza museale. L’obiettivo primario rimane quello di progettare percorsi capaci di stimolare una connessione emotiva e una maggiore consapevolezza attraverso l’arte e la cultura, trasformando il museo in un luogo di crescita personale, riflessione e arricchimento umano per un pubblico ampio e diversificato. «Il museo non è semplicemente un luogo dedicato alla conservazione e alla valorizzazione del patrimonio artistico, ma si configura come uno spazio di incontro, crescita e benessere condiviso», ha detto Bellini. In un periodo in cui il benessere culturale assume un ruolo centrale nella qualità della vita, la Gamec si dedica quindi alla creazione di esperienze che promuovano il dialogo, l’inclusione e la partecipazione attiva e il Dipartimento Educativo lavora per costruire un ambiente in cui la cultura diventi veicolo di cura attraverso proposte mirate a raggiungere pubblici diversi, con particolare attenzione verso chi vive situazioni di vulnerabilità o fragilità.

In un periodo in cui il benessere culturale assume un ruolo centrale nella qualità della vita, la Gamec si dedica quindi alla creazione di esperienze che promuovano il dialogo, l’inclusione e la partecipazione attiva e il Dipartimento Educativo lavora per costruire un ambiente in cui la cultura diventi veicolo di cura attraverso proposte mirate a raggiungere pubblici diversi, con particolare attenzione verso chi vive situazioni di vulnerabilità o fragilità.

Tra queste, con l’obiettivo di trasformare la visita al museo in un momento di scoperta e interazione, mettendo al centro il visitatore e favorendone un coinvolgimento diretto, c’è «Seduta comoda»: un ciclo di incontri dedicato all’arte per adulti di ogni età, ideato come una pausa dalla routine quotidiana, pensate come visite rilassate per scoprire il museo come luogo di crescita personale, dialogo e condivisione. E poi, ancora, «Sfoghi»: laboratori mirati a trasformare il museo in un luogo non solo dedicato alla fruizione artistica, ma anche allo sviluppo della creatività personale attraverso sperimentazione ed espressione, intrecciando l’esperienza artistica con problematiche sociali, culturali ed esistenziali. Infine, «Pratiche Cliniche, Pratiche Artistiche»: un progetto promosso e supportato dall’Asst Papa Giovanni XXIII per rispondere alle esigenze del personale sanitario, con un focus particolare sul benessere psicofisico degli operatori attraverso il coinvolgimento nell’esperienza artistica.

Gamec è da tempo promotrice di arte come uno strumento potente per esplorare sé stessi e il mondo che ci circonda, favorendo lo sviluppo di competenze, sensibilità e connessioni emotive con il patrimonio culturale. E il convegno di ieri non ha fatto altro che rafforzare questo suo impegno.

«Alleggerire l’anima»

«Portiamo avanti l’idea di un museo non solo come luogo di visita, ma di vita. In cui l’arte sia strumento per alleggerire l’anima e stare bene», ha detto Simona Bonaldi, presidente Gamec.

«La salute mentale è al centro delle politiche sanitarie, ma, purtroppo, sempre e solo in un’ottica riparatoria e medicalizzante. È necessario lavorare prima sulla prevenzione e sul benessere delle persone. Come? Potenziando collaborazioni e progetti come il mindfulness nei musei», ha sottolineato Marcella Messina, assessore alle Politiche Sociali del Comune di Bergamo. «Non si può ragionare di cultura senza vederla come veicolo di benessere percepito, vissuto e trasmesso», ha fatto presente l’assessore alla Cultura, Sergio Gandi. Un pensiero portato avanti anche dal mondo della medicina. «La medicina di oggi si basa sulla relazione, consci del fatto che più ci avviciniamo al bello, più stiamo meglio», ha puntualizzato Melania Cappuccio, Presidente Associazione Italiana Donne Medico / Sezione di Bergamo.

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