Addio a Bachetì, l’ultimo dei burattinai. Il ricordo della Fondazione Ravasio

IL LUTTO. Vittorio Moioli è mancato all’età di 91 anni. Nel 2017 ricevette il premio alla carriera per il suo impegno artistico.

È mancato lunedì 5 agosto a 91 anni Vittorio Moioli, soprannominato «Bachetì», molto conosciuto per la sua attività di burattinaio: verrà ricordato per il suo linguaggio verbale e la sua forte efficacia teatrale. Moioli è mancato a poca distanza dalla moglie, accudita amorevolmente insieme ai figli. «Ci ha lasciati Vittorio Moioli, detto Bachetì, burattinaio, anche aiutante di Carlo Sarzetti, che negli anni ’60-’70 presentava e tramandava in Città Alta e in provincia lo spettacolo dei burattini di quella grande tradizione bergamasca di stile ottocentesco», dice Sergio Ravasio, presidente di Fondazione Ravasio. «Con lui scompare definitivamente una generazione di burattinai che per amore portavano i loro spettacoli al pubblico anche in cambio di un piatto di minestra e un bicchiere di vino. Con la sua grande passione ha tramandato un patrimonio artistico meritevole di studio e approfondimento». Fondazione Ravasio Museo del Burattino nei prossimi mesi gli dedicherà una conferenza per ricordarlo.

Il premio alla carriera

Luca Loglio, già direttore della Fondazione Ravasio, ricorda «il premio alla carriera conferito a Vittorio Moioli nel 2017 per riconoscere l’impegno professionale e artistico nel mondo dei burattini bergamaschi. Nell’occasione abbiamo allestito la mostra “Un tesoro da scoprire” all’interno dello Spazio Viterbi, poi diventato sede del museo. Moioli ha messo in scena uno dei suoi ultimi spettacoli, con diverse scolaresche che hanno assistito attente e coinvolte. Ha sempre mostrato grande dedizione ed era l’ultimo rappresentante del teatro classico dei burattini bergamaschi per linguaggio, frasario, colori e suoni unici con ritmi e movimenti che si sono poi comprensibilmente trasformati nel tempo».

«Prima di andare in scena era solito prendere un caffè per fare quattro chiacchiere e raccogliere le storie che poi diventavano il suo copione con digressioni rivolte al pubblico in sala o in piazza» ricorda l’amico Luì Angelini

Luì Angelini ricorda «l’amicizia lunga quasi mezzo secolo che mi legava a Moioli. Aveva una memoria strepitosa, tanto che si ricordava i compleanni di tutti gli amici. Prima di andare in scena era solito prendere un caffè per fare quattro chiacchiere e raccogliere le storie che poi diventavano il suo copione con digressioni rivolte al pubblico in sala o in piazza. È sempre andato in controtendenza, conservando una delle radici più antiche del mondo dei burattini, che rimarranno per sempre nei suoi video». I funerali saranno celebrati domani alle 14.30 nella chiesa parrocchiale Sant’Antonio in Valtesse, quartiere dove viveva la famiglia dopo essersi trasferita da Città Alta.

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