Adda, un «filo blu» da valorizzare: nasce il progetto su 35 comuni

TURISMO E CULTURA. Con Parco Adda Nord e Art Maiora arrivano sito web, cartoline e totem informativi. E già si guarda ai prossimi passi

«Andare alla scoperta della sorgente del Funtanì», tra Suisio e Bottanuco. «Immergersi tra i vigneti a Villa d’Adda». O ancora, «visitare con i propri figli e alunni il villaggio operaio di Crespi», senza dimenticare il maestoso ponte San Michele tra Calusco e Paderno. Sono solo alcuni degli «imperdibili» tesori del Parco Adda Nord, riassunti nel sito internet – nuovo di zecca – ilfiloblu.it.

«Il Filo Blu» è, idealmente, il fiume Adda che «tesse la storia di un territorio straordinario», ma è anche e soprattutto il nome del progetto di valorizzazione e marketing territoriale presentato venerdì 20 settembre alla Villa Gina di Trezzo, sede del Parco Adda Nord, alla presenza anche di numerosi amministratori dei Comuni coinvolti. Proprio il Parco, insieme all’associazione culturale Art Maiora, ha promosso il progetto.

Da Manzoni a Leonardo

La valorizzazione riguarda tutti i 35 Comuni che ne fanno parte, a cavallo tra la nostra provincia e quelle di Lecco, Milano e Monza e Brianza: le realtà bergamasche sono 12 (Bottanuco, Calusco, Canonica, Capriate, Casirate, Cisano, Fara d’Adda, Medolago, Pontida, Solza, Suisio e Villa d’Adda). E una dozzina sono pure i municipi – tra cui gli orobici Capriate San Gervasio, Fara Gera d’Adda, Solza, Suisio, e Villa d’Adda – che hanno anche già garantito, insieme al Parco, un contributo economico per la realizzazione del progetto. Si lavora a far conoscere patrimonio, natura e paesaggi attorno a un fiume che «ha visto nascere civiltà, ha alimentato industrie, ispirato opere d’arte, ospitato battaglie, generato leggende e misteri». In premessa i nomi illustri di Alessandro Manzoni, che questi luoghi ha citato nei suoi «Promessi Sposi», e di Leonardo da Vinci, con i suoi disegni. E un faro: l’attenzione alla cura di luoghi «da proteggere e rispettare – dice Claudia Sartirani, responsabile del progetto per Art Maiora –. Al centro c’è l’idea di un turismo “slow”, di una fruizione sostenibile, non solo per chi viene da fuori, ma anche per chi vive e opera sul territorio».

Oltre al sito internet, c’è l’ideazione del logo, il servizio fotografico, ma anche 50mila cartoline informative, che dalla prossima settimana saranno in distribuzione

Le prime attività sono già partite: oltre al sito internet, c’è l’ideazione del logo, il servizio fotografico, ma anche 50mila cartoline informative, che dalla prossima settimana saranno in distribuzione. Un Qr code sul retro permetterà di accedere a contenuti digitali. E poi un filmato promozionale, che punta a restituire «l’intensità dei paesaggi e la ricchezza del patrimonio artistico e culturale». L’obiettivo è poi di procedere nei prossimi mesi – in parallelo con la ricerca di risorse – con ulteriori azioni, allargando il coinvolgimento a enti, aziende, soggetti del territorio, in una logica di «rete».

Stanze multimediali

«Questo progetto – dice il consigliere delegato alla Cultura del Parco, Ignazio Ravasi – rappresenta un momento importante di sviluppo del cammino di una comunità che si è messa in moto e che sta affrontando i grandi temi della valorizzazione del territorio». «Il Filo Blu – aggiunge la presidente del Parco Adda Nord Francesca Rota – è nato da un anno come conclusione di un lavoro portato avanti dal consigliere Ravasi per la valorizzazione dell’anima e della cultura del Parco Adda Nord che si era visto bisognoso di un legame, di un filo blu, da Lecco a Truccazzano, attraversando 35 comuni per legare le storie, la cultura e la vita del territorio».

L’obiettivo è dare una risposta coordinata ai bisogni di promozione turistica e culturale. Il progetto nasce per aumentare l’attrattività dell’area, promuovere il patrimonio storico-culturale locale, creare opportunità economiche, coinvolgere attivamente i cittadini. Nel pacchetto anche totem informativi e video interviste. In prospettiva si pensa anche a «stanze multimediali», per dar vita a una sorta di «museo diffuso».

© RIPRODUZIONE RISERVATA