Accademia Carrara, la direttrice firma le dimissioni: il Comune al lavoro per ricucire lo strappo

IL CASO. La decisione di Martina Bagnoli dopo mesi di tensioni sulla gestione del museo con il general manager. La tegola sul tavolo della sindaca e dell’assessore alla Cultura: «Cda impegnato nell’interesse dell’Accademia».

La lettera di dimissioni è già stata firmata; un atto formale – forse l’ultimo – che potrebbe sancire la fine del rapporto di collaborazione tra l’Accademia Carrara e la sua direttrice, Martina Bagnoli, ad appena otto mesi dal suo insediamento. La notizia, di per sé clamorosa, non arriva però del tutto inaspettata, almeno negli ambienti della cultura cittadina, dov’è noto da tempo il clima di tensione che si respira alla Carrara per via della difficile convivenza, in particolare, tra la direttrice e il general manager Gianpietro Bonaldi.

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La conferma delle dimissioni arriva a microfoni spenti, per quella ufficiale è probabilmente solo una questione di ore. Certo è che ieri è stata l’ennesima giornata di contatti febbrili per provare a scongiurare un finale che al momento appare scolpito sulla pietra. Il Cda sta lavorando anche fuori dalle stanze della Fondazione per evitare quello che per la Carrara, dopo i traguardi dell’ultimo anno e mezzo, sarebbe comunque un passo falso. Di ufficiale c’è solo una nota del Comune, alle prese con una «magagna» di cui la sindaca in primis, che è anche presidente del consiglio d’amministrazione della Fondazione Accademia Carrara, e l’assessore alla Cultura Sergio Gandi avrebbero volentieri fatto a meno: «ll cda della Fondazione, in un clima di assoluta serenità, sta lavorando insieme alla sindaca e all’assessore alla Cultura per consentire a tutti di svolgere al meglio le proprie funzioni, a partire dalla direttrice e dal general manager, nell’interesse esclusivo dell’Accademia Carrara e della città – si legge –. L’obiettivo è che le figure apicali della Fondazione si sentano nella condizione migliore per dare il proprio contributo, nell’ambito delle rispettive prerogative, alla programmazione culturale, scientifica e didattica dell’Accademia». Il problema è che al momento nessuno si sente nelle condizioni migliori per lavorare e che di spazi per la mediazione ormai non sembrano essercene più, a meno di una disponibilità del cda a prendere in considerazione eventuali richieste della direttrice.

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Erano mesi che i rapporti alla Carrara tra la direttrice e il general manager si erano fatti particolarmente tesi. Questioni legate alla gestione del museo, certo, ma anche a un feeling mai nato tra i due protagonisti, divisi soprattutto da visioni molto diverse sulla guida delle attività della pinacoteca. I numeri di questi anni, a prescindere dal rapporto con la nuova direttrice, danno ragione a Bonaldi, che peraltro è stato confermato nel suo ruolo di general manager dal sindaco Giorgio Gori solo un anno fa (per altri quattro). Sotto la sua gestione la Carrara ha aperto le porte a una moltitudine di eventi e di nuove sponsorizzazioni culminati l’anno scorso con la Capitale della Cultura. Una guida manageriale, come del resto impone la sua carica, che avrebbe lasciato poco spazio alle idee e alle proposte della nuova direttrice che lo scorso febbraio ha preso il posto di Maria Cristina Rodeschini. Un profilo di livello altissimo, quello di Martina Bagnoli, scelto tra i tanti che sono giunti alla Fondazione per la sua formazione e la sua esperienza in ambito italiano e internazionale, segnatamente in Inghilterra e negli Stati Uniti. Bagnoli è stata ritenuta la persona più preparata e adatta per affiancare Bonaldi e il cda nel percorso di rilancio che la Carrara ha già intrapreso da tempo. Solo che tra i due l’idillio non è mai nato.

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Vero è che dopo otto mesi di direzione la mano di Martina Bagnoli sulla direzione del museo ancora fatica a vedersi. L’unico acuto è la mostra «Napoli a Bergamo», chiusa a settembre, che ha raccontato il legame tra Bergamo e la pittura partenopea del Seicento. Ma è proprio questo l’elemento che, più di tutti, ha scatenato il malcontento della direttrice, le cui proposte sulle attività da promuovere per il futuro a breve/medio termine della pinacoteca in campo artistico sarebbero state in gran parte «soffocate» sul nascere. La rinuncia di Bagnoli arriva a un mese dall’inaugurazione dei giardini della Carrara e a pochi giorni dall’ennesimo tentativo di mediazione della sindaca Elena Carnevali e dell’assessore alla Cultura Sergio Gandi. Ora si profilano due strade, quella dell’accoglimento immediato delle dimissioni e quella del respingimento, ultimo tentativo per provare a trovare una soluzione. Il consiglio d’amministrazione ne sta già discutendo, seppure in via informale, e nel caso fosse questa l’indicazione, già nei primi giorni della settimana potrebbe arrivare una nuova convocazione della direttrice dimissionaria.

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