A Cerete si torna a pregare per la pace, sul Lusù

LA TRADIZIONE. Festa riproposta dagli alpini nel 40° della posa della campana. Per due giorni accesso libero alla strada che porta in cima al monte.

Si torna a pregare per la pace, domenica 15 settembre, nel punto più alto di Cerete: le pendici del monte Lusù, la cui cima si trova a 1.419 metri di quota. L’iniziativa è del Gruppo alpini di Cerete Basso, che vuole far rivivere una tradizione che fino a qualche tempo fa si rinnovava ogni estate la terza domenica di agosto. Spiega il capogruppo Paolo Gabrieli: «Ricorre il 40° della posa, proprio al Lusù, della campana che l’allora Associazione Combattenti e Reduci volle in ricordo dei Caduti di tutte le guerre. Fino al 2017 questo bel momento comunitario era molto partecipato e per quattro anni si è tenuta anche una corsa in montagna in occasione dell’appuntamento al Lusù. La ricorrenza del 40° ci ha dato ora lo spunto per riproporre la festa».

Così domenica 15 ci si ritroverà alle 11,30 per la celebrazione della Messa proprio intorno alla campana dei Caduti, un traliccio in ferro di una decina di metri adattato a monumento e appena ridipinto di verde, bianco e rosso dalle Penne nere ceretesi, che tornerà a fare sentire i suoi rintocchi. Da questo angolo incantato delle nostre montagne, dal quale si gode una vista bellissima, dalla Corna Trentapassi all’Arera, dal lago d’Iseo all’Adamello, si alzerà ancora una volta la preghiera di suffragio per chi ha perso la vita in guerra, che mai come in questo periodo si trasforma anche in un accorato appello alla pace nel mondo.

Alle 12,30, sempre come vuole la tradizione del Lusù, i partecipanti raggiungeranno la baita dove verrà distribuito il pranzo a base di cotechino bollito con polenta. Va tenuto conto che salire all’alpe richiede un certo sforzo, poiché il dislivello dal paese è di circa 800 metri. Ma, tranquillizzano gli alpini di Cerete Basso: «Riusciremo a garantire il trasporto all’andata per 20 persone, ma occorre prenotarsi al negozio “Carta e penna”. Nei giorni di sabato 14 e domenica 15, comunque, l’accesso alla strada sarà libero a tutti i veicoli senza richiesta di permessi».

Le migliorie in quota

La mulattiera negli ultimi anni è stata interessata da diversi lotti di manutenzione straordinaria da parte del Comune, proprietario della baita e dell’alpeggio, oltre che da lavori sostenuti dall’allevatore che ha in affitto l’alpe e dal cacciatore a cui è affidato il vicino capanno comunale. «Interveniamo quando abbiamo risorse economiche a disposizione – spiega la sindaca Cinzia Locatelli –, anche sull’edificio. Le ultime opere, per esempio, sono state l’impianto di potabilizzazione dell’acqua e sul piccolo locale per la caseificazione. Per il Comune è una fortuna riuscire ad affidare baita, pascolo e roccolo, perché in questo modo riusciamo a garantire il presidio e la cura di quest’area del territorio». Si tratta di circa nove ettari di prati che anche quest’estate hanno visto la presenza di una mandria di bovini caricata da un allevatore dell’alta Valle Seriana, mentre al roccolo sale un cacciatore di Sovere.

Soddisfatti per il ritorno della festa al Lusù anche coloro che in paese mantengono viva la memoria di quella che è stata l’Associazione Combattenti e Reduci. «In sede conserviamo la foto di quel 26 agosto 1984 quando lassù venne posata la campana – sottolineano Tullio Gabrieli ed Ezio Seghezzi –. È una pagina della nostra storia ed è bello che si ricordino i “Caduti di tutte le guerre e di tutte le armi”, come recita la targa». Nel ritrovarsi attorno al monumento alpestre, si pregherà e si rifletterà su quante vite si perdono e su quante persone soffrono, ancora oggi, per la violenza e per le armi.

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