Villa d’Almè-Dalmine in ritardo
Il Ducato punge Gafforelli

Il duca Smiciatöt pizzica le istituzioni nella tradizionale visita tra goliardia e provocazioni nella sede della Provincia e a Palafrizzoni.

«La Villa d’Almè-Dalmine ha storia ch’è infinita, speriam, se avrà fine, d’esser ancora in vita»: è senza peli sulla lingua che il duca Smiciatöt del Ducato di Piazza Pontida Mario Morotti, trascinato da una carrozza di regali cavalli bianchi, augura buon anno nel porticato di palazzo della Provincia al suo presidente Gianfranco Gafforelli. Il suono soave delle rime baciate che tradizionalmente accompagnano gli auguri del Ducato alle autorità cittadine non smorzano la provocazione insita nel proposito per il 2020, affinché venga smorzato «l’avventurismo stradale di Bergamo e Provincia, dove si formano delle code e il traffico s’impiglia».

«Il grosso problema sono le arterie super trafficate, abbiamo messo un pungolo sulla scrivania del nostro presidente perché ci pensi un po’, speriamo lo risolva almeno in parte», spiega il Duca. Ma sulla scrivania di Gafforelli da domani ci saranno anche fischietto e paletta, gentilmente donati dal Ducato «per correre sul posto a intervenir di fretta».

Sul banco degli imputati infatti - oltre alla «storica» Villa d’Almé-Dalmine - anche il «molto sfortunato» tunnel Montenegrone, il «ponte mal sicuro» tra Calusco e Paderno e la galleria di Zogno che «è chiusa e non finisce». Una provocazione che Gafforelli prende con il sorriso, felice di essere presente all’evento nonostante le stampelle: «Oggi posso fare un bilancio di un anno difficile ma affascinante, la Provincia sta ancora lottando perché sia riconosciuta a livello centrale l’importante funzione che svolge, gli auguri con il vostro consueto stile ironico sono un grande incoraggiamento, ma speriamo di risolvere anche qualche problema».

Ad accompagnare la sfilata del Duca il goliardico Arlecchino e il suo gruppo folkloristico, il Giopì con la sua Margì e l’orchestra di fiati del Corpo Musicale Città di Treviglio diretta dal maestro Antonio Miraglia. Il Duca Smiciatöt ha poi proseguito dinnanzi a Palafrizzoni declamando un «mistero statuario» che dura da oltre due anni: «Con grande sentimento noi tutti La preghiamo, rimetta il monumento, la base Le doniamo». Il primo regalo del 2020 al sindaco Giorgio Gori - ritirato dal suo vice Sergio Gandi - è il monumento in scala minore del famoso busto di Giacomo Carrara «sparito come niente» dalla sua piazza durante i lavori di ristrutturazione dell’Accademia che porta il suo nome. «Ritengo che a breve il Comune possa rimettere in un posto decoroso colui che ha lasciato tantissimi quadri all’Accademia», chiarisce Morotti. E il vicesindaco Gandi accoglie la richiesta e svela un dettaglio: «Non me l’aspettavo, so che in effetti è in uno dei magazzini del Comune ma non credo che potrà essere ricollocata dove si trovava prima, spero che in qualche modo possa venire valorizzata perché ci ricorda una personalità che per noi ha fatto tantissimo».

Presente a sorpresa nel corso dello scambio di auguri anche il questore di Bergamo Maurizio Auriemma, omaggiato di una tazza speciale, mentre il Duca non ha potuto far altro che donare un trifoglio benaugurale al prefetto Elisabetta Margiacchi, al suo terzo anno a Bergamo ma per «il suo agire attivo, presente a ogni invito», esente da qualsiasi appunto: «Questa tradizione va conservata, consente di iniziare l’anno col sorriso», ringrazia Margiacchi

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