Treviolo, resta incastrato nella mietitrebbia. Muore a 59 anni

LA TRAGEDIA. L’incidente alle 10.40 nel campo del padre, che ha dato l’allarme: Norberto Viviani aveva appena tolto una pannocchia che inceppava il macchinario.

Stava lavorando nel campo che il padre Angelo ha in affitto in via Tobagi a Treviolo, che coltiva a granturco per le mucche della sua stalla. È stato proprio il papà, 86 anni, a trovarlo incastrato nella mietitrebbiatrice e ha chiamare il 112. Purtroppo per Norberto Viviani, 59 anni, pensionato, non c’è stato nulla da fare.

La ricostruzione dell’incidente

L’incidente sabato 9 novembre, alle 10,40, nel campo che si affaccia su via Trento, all’altezza del cartello della frazione Roncola, a poca distanza dalla Villa d’Almè-Dalmine. Il campo di mais era quasi del tutto trebbiato: stando ai primi accertamenti dei tecnici dell’Ats Bergamo e dei carabinieri della stazione di Curno, Viviani era andato nel campo per aiutare il padre a raccogliere le pannocchie, che avrebbe poi portato in parte a casa sua, a Curno, per sfamare le galline. Non mancavano molti metri alla fine del lavoro quando il padre è rientrato in cascina lasciando il figlio sulla mietitrebbiatrice. Il 59enne ha proseguito a raccogliere il mais quando improvvisamente una pannocchia è rimasta incastrata nel macchinario. Ha spento il trattore ed è andato a togliere la pannocchia, con il dispositivo di sicurezza attivato e - secondo i primi riscontri - funzionante.

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Nessuno ha assistito all’incidente

Da lì in poi si possono al momento formulare solo ipotesi, perché nessuno ha assistito all’incidente. Probabilmente ha riacceso il macchinario ed è rimasto impigliato con la manica destra del giubbotto, finendo trascinato anche con la testa nella mietitrebbiatrice. Il padre Angelo è uscito dalla cascina e si è trovato davanti una scena terribile. Il figlio era privo di sensi, con la testa e il braccio destro nel macchinario. Ha subito chiamato il 112. Anche la madre di 84 anni è uscita e ha avuto un malore. A Treviolo sono intervenuti l’automedica dall’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, un’ambulanza della Croce Rossa di Villa d’Almè, i vigili del fuoco di Dalmine e Bergamo, due pattuglie dei carabinieri della stazione di Curno e i tecnici dell’Ufficio prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro dell’Ats Bergamo.

Il dolore della famiglia

Quando il medico rianimatore è arrivato nel campo, per Norberto Viviani non c’era ormai più nulla da fare. I vigili del fuoco hanno estratto il corpo dalla mietitrebbiatrice e i soccorritori hanno assistito l’anziana madre, che non è stato necessario trasportare in ospedale. Carabinieri e tecnici dell’Ats hanno raccolto la testimonianza dei genitori e svolto i primi accertamenti. Il macchinario è stato sequestrato: il magistrato di turno, Letizia Aloisio, ha chiesto all’Ats di Bergamo di verificare se fosse a norma.In cascina sono subito arrivati familiari e parenti di Viviani, che lascia la moglie e due figli gemelli, un maschio e una femmina. Il figlio Andrea è stato uno dei primi ad arrivare a casa dei nonni, disperato davanti alla salma del padre accanto alla quale, coperta da un lenzuolo, è rimasto a lungo.

Il viavai di amici e parenti

«È morto Norberto, è rimasto incastrato nella macchina per raccogliere il grano» piangeva al telefono un cugino, avvisando i parenti. Passava da via Trento per caso e si è fermato non appena ha visto le ambulanze e i vigili del fuoco nel campo. Per tutta la mattinata sono arrivati parenti e amici della famiglia Viviani, molto conosciuta alla Roncola di Treviolo: un viavai tra il campo di grano e via Trento, dove hanno lasciato le auto parcheggiate in fretta e furia per andare a portare le condoglianze. Si sono fermati a chiedere informazioni anche molti ciclisti che vivono in paese e che, complice il sabato e la bella giornata, stavano percorrendo via Ambrosioni, dietro la cascina, per fare una sgambata in mezzo al verde.

«Conosco i genitori della vittima – spiega uno di loro – hanno il campo da anni, ma un po’ tutti i Viviani sono agricoltori e coltivano i campi qui attorno. Era tutta settimana che li vedevo raccogliere il mais». Angelo Viviani aveva il campo in affitto e, nonostante l’età, continuava a lavorare, anche solo per dare da mangiare alle poche mucche che ha nella stalla. Il figlio Norberto, andato in pensione nel 2022 dopo quasi trent’anni di lavoro all’Aprica di Bergamo come operaio, lo aiutava, così come altri contadini della zona. La salma del cinquantanovenne è stata composta nella camera mortuaria dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo a disposizione del magistrato, che deciderà se disporre l’autopsia.

La famiglia ha già espresso l’intenzione di celebrare i funerali nella parrocchia del Sacro Cuore alla Roncola di Treviolo.

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