Tragedia di Azzano, l’analisi del perito
«La moto si spostò da destra a sinistra»

Nell’incidente probatorio sulla tragedia del 4 agosto discussione sulla relazione dell’esperto del tribunale.

«Possiamo dichiarare che la traiettoria della moto era obliqua, ma nei termini che ho detto». Per ora è un dato neutro. Ma la risposta del perito del tribunale Fabio Donato sulla traiettoria «obliqua» che avrebbe seguito la Vespa con a bordo Luca Carissimi e Matteo Ferrari appena prima dello scontro fatale con la Mini Cooper guidata da Matteo Scapin, alle 4,20 del 4 agosto scorso al km 4+100 della Cremasca, nel territorio di Azzano, promette di essere accolta come un elemento a favore dai legali di Scapin, accusato di omicidio volontario per aver travolto e ucciso (dolosamente secondo la Procura; per un errore, a titolo colposo, per i legali di Scapin) i due ragazzi dopo una notte di litigi al Setai.

Se la moto ha seguito una traiettoria obliqua, potrebbe aver «incrociato» la traiettoria della Mini? La domanda sulla dinamica dell’incidente, e in particolare sulla «traiettoria ante-urto dei mezzi coinvolti», è il punto cruciale del quesito (che chiede di determinare anche la velocità e il punto d’impatto) a cui l’ingegner Donato è stato chiamato a rispondere nella perizia cinematica commissionata dal tribunale e oggetto di discussione con le parti (Procura, legali di Scapin, legali delle famiglie dei ragazzi) nell’incidente probatorio di martedì 14 gennaio. La traiettoria «obliqua» della moto non è una novità assoluta. La «piega» verso destra della Vespa mentre infila la corsia d’immissione sulla Cremasca, circa 8 secondi prima dell’impatto, risulterebbe dai filmati.

Alla domanda dei legali di Scapin se la relazione confermi la traiettoria d’immissione mostrata dal filmato il perito avrebbe risposto di sì, precisando però che la risposta va intesa nel contesto della ricostruzione della dinamica come emerge nella relazione: la traiettoria iniziale «sostanzialmente parallela della Mini rispetto alla Vespa, e una leggera deviazione verso destra dell’auto prima dell’urto»; un modesto scarto, nell’ordine dei 10-15 km orari, tra la velocità della Mini (81-86 orari) e quella della Vespa (71 km/h); l’urto di «lieve entità».

A ciò si aggiungerebbe il fatto che i fari della moto sarebbero stati funzionanti e che la Vespa non avrebbe frenato. In ogni caso il ragionamento delle parti offese è che la traiettoria obliqua verso sinistra si sarebbe esaurita nel momento in cui la Vespa imbocca la Cremasca dalla corsia d’immissione e non modificherebbe il rilievo sulla leggera deviazione a destra della Mini prima dell’urto. Il dato promette di diventare oggetto di discussione a processo, intanto il 28 la Cassazione deciderà sul ricorso dei legali di Scapin contro la riqualificazione del reato in omicidio volontario.

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