Torre Boldone, più 358 auto con i varchi di Gorle chiusi

I DATI. Il Comune vicino ha rilevato i flussi giornalieri sui 4 assi verso la città. Aumento dell’8,8%, sotto pressione l’accesso di via Ranica con il 33% in più.

Lo schema è quello dei vasi comunicanti: se si chiude un canale allora il flusso di liquido oppure, in questo caso, di automobili, si riversa da un’altra parte. I dati del Comune di Torre Boldone sugli effetti del «test dei varchi» di Gorle mostrano proprio questo: in paese a Torre Boldone, con l’avvio della sperimentazione, viaggiano in media 358 auto in più, con un incremento almeno dell’8% rispetto al periodo pre-test.

L’amministrazione comunale ha svolto un proprio «contro studio», nel quale ha analizzato dal 3 marzo (giorno in cui è partita la sperimentazione di Gorle) e fino al 19 marzo i passaggi giornalieri di veicoli sui quattro assi che da Torre Boldone consentono l’arrivo a Bergamo, ovvero via Reich, via Ranica, via Bugattone e via Colombera. Una rilevazione anche più ampia della fascia in cui vige il divieto di Gorle – attivo dalle 7 alle 9 – perché estesa dalle 6,30 alle 9,30, evidenziando come le ripercussioni vadano oltre le due ore previste dal divieto di circolazione.

Picco nell’accesso da nord

Il risultato complessivo dei transiti giornalieri nei 16 giorni presi in considerazione riporta quindi, in media, oltre 350 veicoli in più. L’aumento, precisamente dell’8,8% e che tiene conto anche dei primi due giorni di sperimentazione del 3 e 4 marzo, quando il traffico era pressoché assente per via della chiusura delle scuole a causa delle vacanze di Carnevale, è arrivato in alcune giornate a toccare anche la soglia del 10%. In totale si è passati da 4.077 passaggi medi nel periodo antecedente al provvedimento ai 4.435 conteggi del post ordinanza. La situazione varia poi nel dettaglio in base ai singoli sbocchi che da Torre Boldone conducono in città.

Il 27 marzo è in programma un nuovo incontro in Prefettura tra tutti i soggetti istituzionali coinvolti nella vicenda di Gorle

Il più appesantito è l’accesso da nord, in via Ranica: qui l’aumento è addirittura del 33%, pari a 154 veicoli (quasi la metà della somma dei 358 passaggi), con i transiti cresciuti in media da 459 a 613, a dimostrazione della difficoltà negli spostamenti vissuta specialmente di chi arriva da Ranica. Cresce anche l’intasamento su via Colombera, utilizzata per ricollegarsi alla strada provinciale 35, dove si assiste a un +18% (sono solo 9 i veicoli in più, dai 48 passaggi medi prima del test ai 57 passaggi dopo l’avvio). L’aumento non è molto significativo invece in via Reich, la strada che porta in via Corridoni a Bergamo, dove il tasso è pari al 3% con 59 passaggi in più (in unità, da 1.941 a 2.000) ma solo perché, spiega il Comune, la via risulta già sovraccaricata da un notevole flusso di auto. È importante anche la variazione su via Bugattone, anch’essa snodo fondamentale per raggiungere la strada provinciale 35 tramite via Correnti: la crescita in questo caso è dell’8%, con un numero di passaggi in più molto alto, vale a dire 136 (da 1.628 a 1.764).

Il nodo sicurezza

L’incremento del traffico interno al paese preoccupa, ma ancora di più quello sulle strade sovracomunali. Il riverbero della chiusura delle vie Trento e Martinella a Gorle, che hanno provocato maggiori incolonnamenti sulla provinciale 35, sollevano un tema di pericolosità in caso di gravi emergenze sulle strade: un aspetto che alcuni sindaci dei Comuni dell’hinterland est – a cominciare da Torre Boldone – hanno già sottolineato nella giornata di giovedì durante l’audizione in Regione convocata dalla Commissione Territorio, Infrastrutture e Mobilità, e che verrà portato all’attenzione anche del prefetto di Bergamo, Luca Rotondi. Il 27 marzo è in programma infatti un nuovo incontro in Prefettura tra tutti i soggetti istituzionali coinvolti nella vicenda di Gorle.

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