Stezzano piange il «suo» Natalino
Sempre al lavoro per il bene del paese

Non ce l’ha fatta Natalino Nozza, il pensionato di 80 anni investito nei pressi della rotatoria di via Zanica. Se c’era qualcosa da rattoppare, arrivava in sella alla sua bici con secchio di malta e cazzuola. Il sindaco: «Impossibile non volergli bene, faceva tutto per passione».

È impossibile trovare qualcuno che a Stezzano non lo conoscesse. E lui, in sella alla sua inseparabile bicicletta con secchi di malta e attrezzi da muratore, indaffarato in qualche rattoppo da fare in giro per il paese, aveva sempre una battuta di spirito e un saluto per tutti. Non ce l’ha fatta Natalino Nozza, il pensionato di 80 anni investito venerdì scorso nei pressi della rotatoria di via Zanica, mentre in bici percorreva l’attraversamento della pista ciclopedonale sulla Tangenziale Est. Trasportato in stato di incoscienza e in codice rosso all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, dove gli è stato riscontrato un forte trauma cranico, Nozza si è spento sabato sera senza mai riprendersi. Muratore in pensione, abitava assieme alla moglie Irma in un piccolo condominio di tre appartamenti di via Mameli, che lui stesso aveva costruito alla fine degli anni sessanta. A piangerlo anche i tre figli, Mauro, Ornella e Chiara, e quattro nipoti.

Ma il cordoglio per la sua scomparsa ha investito tutto il paese, dove Natalino era considerato quasi una «istituzione». Socievole, generoso ed esuberante, non riusciva mai a stare fermo, sempre qualcosa da manutenere e rattoppare, che fosse un cordolo di cemento su una strada o un muretto. «Ogni giorno trovava dei lavoretti da fare – racconta un amico, volontario in parrocchia –: così inforcava la sua bicicletta, andava a riempire un secchio di malta e si metteva all’opera. A volte si prendeva pure delle lavate di capo, ma lui era fatto così, voleva che nel suo paese fosse tutto in ordine e quando si metteva qualcosa in testa non c’era niente da fare. Però era amico di tutti e benvoluto, si sentirà la sua mancanza».

Anche il sindaco Simone Tangorra ha espresso il suo ricordo, manifestando vicinanza alla famiglia: «Non nascondo di avere avuto qualche discussione con lui, perché appena vedeva qualcosa di sbeccato o che riteneva fosse rovinato, senza dire niente arrivava col suo secchio e la cazzuola, a volte creando qualche problema. Ma al di là di tutto era impossibile non volergli bene, in fondo Natalino era una persona appassionata: tutto quello che faceva lo faceva per passione. Era veramente un’icona del nostro paese, lo conoscevano tutti e quando lo incontravi riusciva sempre a strapparti un sorriso». Il primo cittadino ha anche rivolto un pensiero all’investitore «che so essere un padre di famiglia e, mettendomi nei suoi panni, posso comprendere la disperazione che anche lui sta vivendo». Intanto, sui social in centinaia stanno tributando a Natalino il loro saluto. Sul gruppo «Sei di Stezzano se ricordi...», da ieri si stanno susseguendo tante testimonianze di affetto: «Le strade “di là” saranno un po’ più curate da oggi», ha scritto uno stezzanese. «Sono molto rattristato per la perdita di questa brava persona, socievole e sempre attento per il bello di Stezzano», ha scritto un altro utente. «Sarà una cosa strana non vederlo per il paese con la sua bicicletta e l’immancabile secchio sul canotto». I funerali saranno celebrati domani alle 15 nella parrocchiale di Stezzano.

L’incidente si è verificato venerdì a mezzogiorno: Nozza, arrivato alla rotatoria di via Zanica, stava attraversando la tangenziale in bici sulle strisce pedonali. In quel momento, da Comun Nuovo era sopraggiunta una Golf guidata da un 45enne di Azzano, che lo ha investito sbalzandolo di sella. All’arrivo dei soccorsi le sue condizioni sono parse subito molto gravi. E nonostante la corsa in ospedale e il prodigarsi dei medici, il cuore di Natalino Nozza sabato sera ha smesso di battere.

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