Cronaca / Hinterland
Giovedì 13 Agosto 2020
Scomparso nel 2004 e trovato nel lago
Da un anno è in attesa della sepoltura
Rosario Tilotta era stato recuperato lo scorso settembre dai fondali in zona Pontèl. Nessun parente si è manifestato. Resta il dubbio sulla competenza dei Comuni per le esequie.
Non c’è ancora pace per Rosario Tilotta, il 59enne di Cavernago il cui corpo saponificato fu recuperato il 5 settembre 2019 dagli uomini della Marina Militare dai fondali del Sebino, in località Pontèl di Tavernola, ad una profondità di 80 metri. Il suo cadavere era ancora adagiato nella sua Ford Fiesta finita, non si sa come, nel lago. Sposato con l’albanese Elva Kutri e residente dal 2003 a Medolago, frazione del Comune di Scanzorosciate, l’uomo era scomparso nel 2004 senza lasciare tracce di sé.
È ormai da un anno che la sua salma giace nel Civico Obitorio di Medicina Legale del Comune di Milano dove fu trasportata la stessa sera del suo ritrovamento, a disposizione del procuratore Giancarlo Mancusi di Bergamo per gli accertamenti. «E finora nessuno dei familiari si è fatto vivo per la sepoltura», spiega il direttore Mauro Marrapodi che, in virtù di quanto stabilisce la legge, alcuni giorni fa ha scritto al Comune di Tavernola, luogo del decesso, comunicandogli che «è possibile effettuare il funerale». Il che vuol dire, in primis che i documenti burocratici per la sepoltura competono al Comune di Tavernola, ma stando al parere del 29 novembre 2019 del Ministero dell’Interno anche i costi per la sepoltura: «... in caso di indigenza o disinteresse da parte dei familiari l’onere ricade sul Comune ove avviene il decesso, indipendentemente dalla residenza posseduta in vita dal defunto...».
La legge e la scomparsa
E questo è un primo punto della questione che tuttavia non è così scontata. Il parere del Ministero dell’Interno contrasta infatti con gli articoli 1 e 5 della legge n. 26/2001 che, al contrario, recita «gli oneri di cui trattasi graveranno necessariamente sul bilancio del Comune di residenza al momento del decesso». Va da sé Scanzorisciate perché nel 2004 quando Tilotta scomparve «dalla faccia della terra» risiedeva lì con la moglie che soggiornò in quel paese fino al 2007, anno in cui fu cancellata dai registri dell’anagrafe perché aveva deciso di lasciare l’Italia.
Spetta dunque ai due Comuni concordare il da farsi. Dopo aver esaminato a fondo il problema, il sindaco di Tavernola Ioris Pezzotti nei prossimi giorni informerà ufficialmente della questione il collega di Scanzorosciate. Due le ipotesi in caso di accordo: i costi del funerale vengono sostenuti da Tavernola che poi si avvale su Scanzorosciate, oppure vengono sostenuti direttamente da quest’ultimo.
Ma ci sarebbero altri costi a carico degli enti locali. Il regolamento del Civico Obitorio stabilisce infatti che per il deposito di una salma, in questo caso di un altro Comune, si debba pagare 11 euro al giorno. Fatti due conti veloci, su per giù 4 mila euro. «Al riguardo mi sto prodigando affinché questo onere non venga caricato in capo al Comune», sottolinea Marrapodi. Il «cold case» che aveva mobilitato i media di tutta Italia torna dunque alla ribalta della cronaca per questioni burocratiche che si spera vengano chiarite e superate affinché quest’uomo che ha fatto una tragica fine possa trovare pace in un cimitero.
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