Cronaca / Hinterland
Giovedì 06 Febbraio 2025
Scampata alla furia del marito a Seriate, ora Daniela vive nella paura
IL TENTATO OMICIDIO. Sentita mercoledì 5 febbraio in Procura la 39enne che fu aggredita nel piazzale del Lidl. La donna teme la scarcerazione dell’uomo. E vuole ringraziare chi l’ha salvata.
«Ho paura perché quando uscirà dal carcere non so cosa succederà». È ancora scossa la donna che il pm Emma Vittorio si trova davanti durante un interrogatorio più volte rinviato per problemi di salute. Daniela Elena Manda, 39enne di origine romena, ha la mano sinistra dolorante: una delle 14 coltellate che le ha inferto il marito il giorno dell’Epifania fuori dal supermercato Lidl di via Lombardia a Seriate le ha reciso il tendine. È stata dimessa il 13 gennaio dall’ospedale Papa Giovanni di Bergamo dove era stata trasportata in prognosi riservata, ma le ferite che si porta dentro sono ancora aperte.
«Preferisco non dire nulla», s’è schermita nel pomeriggio di mercoledì 5 febbraio di fronte a un piccolo gruppo di giornalisti che aveva bussato alla sua abitazione di Seriate. Poche ore prima, in Procura, aveva ricostruito quanto le era accaduto quella mattina nel parcheggio del supermercato. Il marito Daniel Manda , camionista di 48 anni, pure lui di origine romena, non s’era rassegnato alla separazione e da tempo stava premendo perché lei tornasse sui suoi passi.
«Non accettava che avessi iniziato un lavoro come magazziniera. E in più si era fissato che io mi vedevo con un altro. Non era vero, ma a un certo punto, esasperata e nella speranza che desistesse, gli ho detto che, sì, avevo un altro» ha spiegato la donna
La ricostruzione di Daniela
«Non accettava che avessi iniziato un lavoro come magazziniera. E in più si era fissato che io mi vedevo con un altro. Non era vero, ma a un certo punto, esasperata e nella speranza che desistesse, gli ho detto che, sì, avevo un altro», è il succo della ricostruzione che ha fornito la donna al sostituto procuratore. L’uomo a novembre aveva patteggiato due anni e 4 mesi per maltrattamenti nei confronti di lei. Nessuna violenza fisica, solo minacce e pedinamenti, atteggiamento che però aveva richiesto l’emissione della misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare (è rimasto con i figli nell’abitazione di Pedrengo, a trasferirsi a Seriate è stata Daniela) e il divieto di avvicinamento alla moglie, con applicazione del braccialetto elettronico. Misure revocate dopo che la 39enne a ottobre aveva rimesso la querela.
Daniela ha anche raccontato che il marito, nonostante la misura cautelare applicatagli dopo la denuncia, continuava a messaggiarla col telefono del figlio
L’aggressione a Seriate
Decisione, quest’ultima, che la donna aveva preso - lo ha confessato lei stessa alla pm Vittorio - non perché ci fosse stato un riavvicinamento fra i due, ma perché così facendo sperava che lui smettesse di minacciarla. Daniela ha anche raccontato che il marito, nonostante la misura cautelare applicatagli dopo la denuncia, continuava a messaggiarla col telefono del figlio. Dovevamo metterci d’accordo su quando lui avrebbe potuto incontrare nostra figlia, ha spiegato la 39enne (all’epoca la figlia viveva con la madre e il padre era sottoposto all’allontanamento familiare; poi la ragazza è andata a vivere con il padre e il fratello 18enne). La mattina del 6 gennaio lui l’aveva attesa sul piazzale del Lidl e l’aveva affrontata senza dire una parola. La 39enne ha ricordato che lui le aveva rifilato uno schiaffo e poi si era scagliato contro di lei, scatenando la sua furia, colpendola ripetutamente con un coltello. I clienti sul piazzale, per farlo desistere, gli avevano lanciato dei sassi, fino a che non erano intervenuti Nicola Rea, militare del Terzo reggimento Aves Aquila di Orio al Serio, in quel momento fuori servizio, e Stefano Lussana, elettricista di Pedrengo, che l’avevano immobilizzato. Manda è finito in carcere con l’accusa di tentato omicidio e stalking. «È molto provato», si limita a dire il suo difensore, Lorenzo Mele.
Adesso, come ha rivelato al pm, Daniela ha paura di perdere il lavoro da magazziniere a causa delle lesioni al tendine della mano
Adesso, come ha rivelato al pm, Daniela ha paura di perdere il lavoro da magazziniere a causa delle lesioni al tendine della mano. E vorrebbe ringraziare il militare, l’elettricista, la cassiera del Lidl che aveva incitato i passanti a tirare i sassi contro il marito e tutti quelli che hanno preso le sue difese. Senza il loro intervento non è escluso che ora questa donna spaventata non sarebbe qui a raccontare.
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