Rogo di Orio, danni per 300 mila euro
L’azienda: «Ma ce la faremo a ripartire»

L’incendio divampato nella serata di lunedì 8 febbraio in via Volta sarebbe partito da un aspiratore: almeno due mesi di lavori. Alla falegnameria lavorano il padre fondatore, il figlio e due storici operai.

Ammontano ad almeno 300 mila euro, stando a una prima stima dei titolari, i danni causati dal rogo scoppiato poco prima delle 22 di lunedì 8 febbraio all’interno della «GP arredamenti - verniciatura» di via Volta a Orio al Serio. I vigili del fuoco hanno lavorato fino all’1 della notte tra lunedì e ieri. All’azienda sono accorsi anche Paolo Grassenis, che aprì la falegnameria nel 1998, e il figlio Bruno, che lavora con lui. In tutto nel capannone lavorano quattro persone: oltre a padre e figlio, di Albino, anche due storici operai. «Non li lasceremo certo a casa – assicura Bruno Grassenis – perché lavorano con noi da sempre: vedremo se metterli in cassa integrazione durante i lavori di sistemazione del capannone, che dureranno almeno due mesi, ma ci auguriamo di poter finire in un mese e mezzo. Sarà una corsa contro il tempo, ma ce la faremo a riaprire». Ingenti come detto i danni: «Dovremo rifare tutto il tetto e anche alcune parti all’interno – prosegue il titolare –, oltre all'impianto fotovoltaico e ad alcuni macchinai che sono andati distrutti, così come alcuni mobili che erano già pronti e che avremmo dovuto consegnare. Attenderemo anche i rilievi dell’assicurazione, ma una prima stima si aggira attorno ai 300 mila euro in totale».

L’incendio – stando ai primi rilievi dei vigili del fuoco effettuati dopo aver domato le fiamme (ulteriori verifiche sono in programma nei prossimi giorni) – non sarebbe stato causato da un cortocircuito, bensì da un fenomeno di autocombustione di un aspiratore. Titolari e operai avevano terminato il lavoro lunedì pomeriggio e tutto era a posto. Attorno alle 22 sono stati contattati da alcuni residenti – gli stessi che hanno chiamato il 112 – e si sono precipitati all’azienda, trovandola ostaggio di fiamme e fumo.

«Proprio la tempestività della chiamata dei vicini, allarmati da un botto, ha probabilmente limitato i danni che, seppure ingenti, sarebbero potuti essere ancora maggiori – sottolinea il sindaco Alessandro Colletta, che lunedì sera si è recato sul posto per seguire l’intervento dei vigili del fuoco –. I gestori sono ovviamente distrutti e siamo loro vicini».

Ieri Grassenis padre e figlio, assieme ai loro due operai, si sono subito dati da fare per coprire le aperture sulle copertura del capannone con dei cellophane, per evitare che la pioggia prevista per oggi danneggi ulteriormente quanto rimasto dentro l’azienda. Non si sono invece registrati danni strutturali e l’incendio non ha coinvolto la carpenteria confinante. «Sul posto è arrivato anche il referente della Protezione civile che, in contatto con l’Arpa, ha escluso problemi per i fumi sprigionati – aggiunge il sindaco –, in quanto a bruciare è stata soltanto della legna, mentre non sono state interessate le vernici». Alla ditta, oltre a vigili del fuoco e carabinieri, è intervenuta anche la Sorveglianza italiana.

© RIPRODUZIONE RISERVATA