Seriate, la donna resta gravissima. Almeno quattordici coltellate, mercoledì un presidio

L’ACCOLTELLAMENTO. A Seriate tragico avvenimento al supermercato Lidl. La donna in condizioni critiche all’ospedale di Bergamo, il marito è in carcere: mercoledìl’interrogatorio. L’amica: «Lui è cambiato nell’ultimo periodo».

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Ancora una volta, come a Bergamo venerdì scorso, i testimoni hanno parlato di «una scena da film dell’orrore». Una donna che urla, un uomo che con ferocia la accoltella in pieno giorno, nell’affollato parcheggio di un supermercato, tra i clienti che stanno andando a fare la spesa.

È successo lunedì 6 gennaio alle 9.15 a Seriate, davanti al Lidl di via Lombardia, a pochi passi dalla tenenza dei carabinieri. «Abbiamo sentito una donna urlare e chiedere aiuto, siamo andati a vedere e c’era un uomo con un coltello che la pugnalava» raccontano cassiere e clienti che sono intervenuti salvando la vita a Daniela, magazziniera di 39 anni di origini romene come il marito, Daniel Manda, camionista di 48 anni.

Condizioni gravissime

Vivevano a Pedrengo con un figlio e una figlia, rimasti ad abitare con il padre mentre la mamma, dopo averlo denunciato per maltrattamenti, si era trasferita a Seriate. Ora è ricoverata in Terapia intensiva all’ospedale Papa Giovanni XXIII, ferita nella parte alta del corpo con almeno quattordici coltellate. È in prognosi riservata, le sue condizioni sono gravissime.

Daniela stava scendendo le scale che dalla statale 42, davanti alla Casa del commiato, portano all’ingresso del supermercato, quando il marito l’ha raggiunta e hanno cominciato a litigare. Lui ha estratto un coltello da cucina e l’ha colpita al petto, al torace e all’addome, diverse volte, come una furia: «Lui non diceva niente, lei invece urlava e chiedeva aiuto» spiegano sotto choc i testimoni.

L’amica: «Lui è cambiato»

La sera prima la donna lo aveva visto sotto casa e per questo si era rifugiata da un’amica, che vive come lei a Seriate: «Li conosco da sempre, lui da un po’ di tempo è cambiato, non ha accettato la separazione e la sua volontà di trovare un lavoro, di essere indipendente».

«La conosco da sempre - ha raccontato - come conosco lui, sono madrina e padrino del mio secondo figlio. Non avrei mai pensato che sarebbe successo qualcosa di simile, neanche dopo le minacce ricevute da Daniela».

Arrestato, il marito è in carcere

«Tutto sarà durato due o tre minuti, poi l’arma gli è sfuggita di mano e a quel punto i passanti gli sono saltati addosso e lo hanno bloccato» spiegano i testimoni. In pochi istanti sono arrivate le pattuglie della tenenza dei carabinieri, che lo hanno arrestato in flagranza di reato per tentato omicidio. Anche lui è stato portato in ospedale perché rimasto lievemente ferito nella colluttazione. Medicato, è stato trasferito in carcere. È difeso dall’avvocato d’ufficio Alessandro Zonca, che non ha ancora avuto modo di vederlo. L’interrogatorio di convalida non è stato ancora fissato, probabile sia mercoledì 8 gennaio. Il coltello, con lama in ceramica, si è rotto ed è stato sequestrato.

I maltrattamenti precedenti

L’uomo, hanno ricostruito, era stato denunciato in passato dalla moglie per maltrattamenti in famiglia e aveva terminato di essere sottoposto alla misura cautelare del divieto di avvicinamento alla vittima il 1° ottobre 2024, anche a seguito della remissione di querela da parte della moglie, ma a novembre era stato comunque condannato dal Tribunale di Bergamo per maltrattamenti: aveva patteggiato 2 anni e 4 mesi.

La dipendente del supermercato che urlava: «Non è possibile solo guardare»

È stata lei a incitare i clienti a intervenire per salvare la donna dal marito che la stava accoltellando. Solo dopo, quando Daniela era già in ospedale, ha saputo che era della sua stessa nazionalità. Una giovane dipendente del Lidl, Alexandra Adina, non ha esitato a uscire dal supermercato per fermare Daniel Manda. Mentre altri passanti filmavano la scena e scattavano fotografie, lei è passata all’azione: «Lavoro qui da tre mesi e questa è la mia prima mattina al Lidl – racconta .– Ero in ufficio perché sono ancora in formazione, la mia collega mi stava spiegando delle cose sugli ordini. All’improvviso una cassiera è venuta a ad avvisarci di chiamare i carabinieri perché un signore stava accoltellando una donna. Siamo uscite in fretta, la mia collega ha telefonato ai carabinieri e io mi sono avvicinata per cercare di fare qualcosa. C’erano un sacco di persone intorno ai due e io mi sono messa a urlare:. C’era chi faceva video e foto e io dicevo: “Siamo qui in tanti, lui è solo uno, cerchiamo di salvare la vita a questa donna”. Ho incitato le persone a prendere i sassi e lanciarglieli addosso, lui non è scappato e non si è mai fermato, continuava a pugnalare la ragazza. Tra le persone che lanciavano i sassi e uno che lo colpiva con l’ombrello, gli è caduta l’arma dalle mani e quindi sono riusciti a saltargli addosso e immobilizzarlo. L’hanno tenuto fermo fino all’arrivo dei carabinieri. La donna l’abbiamo portata all’interno del negozio, stesa per terra e abbiamo cercato di tamponarle le ferite e farla parlare per tenerla sveglia fino all’arrivo dell’ambulanza. Le abbiamo chiesto come si chiamava, lei ha detto che si chiamava Daniela e aveva due figli che amava tanto. Dall’inizio alla fine è riuscita a dire solo quello, che amava i suoi figli. Speriamo che si salvi. È romena come me, ma al momento non lo sapevo, non è riuscita a dirmi nulla. Sono ancora traumatizzata, sono appena tornata dai carabinieri».

«Ho incitato le persone a prendere i sassi e lanciarglieli addosso, lui non è scappato e non si è mai fermato, continuava a pugnalare la ragazza. Tra le persone che lanciavano i sassi e uno che lo colpiva con l’ombrello, gli è caduta l’arma dalle mani e quindi sono riusciti a saltargli addosso e immobilizzarlo»

Mercoledì un presidio

Nel 2024 nel nostro Paese ci sono stati 109 femminicidi, mentre nel nostro territorio le 82 nuove chiamate ai Centri antiviolenza della Bergamasca registrate a dicembre portano a 1.250 il totale dell’anno appena trascorso», sottolineano in una nota dalla Rete bergamasca

La Rete bergamasca contro la violenza di genere torna in piazza con il presidio che da oltre un anno si ripete il giorno 8 di ogni mese. L’appuntamento in Largo Rezzara alle 18 è quindi per mercoledì 8 gennaio. «La violenza di genere, determinata dalla cultura patriarcale e del possesso, non accenna a diminuire: continua a colpire e a coinvolgere nel suo terribile ciclo non solo le donne, ma tutta la società. Nel 2024 nel nostro Paese ci sono stati 109 femminicidi, mentre nel nostro territorio le 82 nuove chiamate ai Centri antiviolenza della Bergamasca registrate a dicembre portano a 1.250 il totale dell’anno appena trascorso», sottolineano in una nota dalla Rete bergamasca. «Il cambiamento che invochiamo avverrà solo se il patriarcato sarà messo in discussione anche da chi ne ha fatto le regole! Invitiamo tutta la cittadinanza a unirsi a noi, sempre più aggiungendo alle voci delle donne anche le voci e le azioni degli uomini che vogliono un mondo di relazioni e di esistenze libere, sicure e caratterizzate dal rispetto e dalla parità».

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