Pedrengo piange l’ex sindaco Gabriele Gabbiadini, morto d’infarto a soli 49 anni

IL LUTTO. Domenica sera ha accusato il malore, ma solo lunedì il primo cittadino D’Alba l’ha convinto a rivolgersi a un medico, accompagnandolo in ambulatorio. Poi la vana corsa in ospedale. Ha guidato il paese dal 2009 al 2019.

La comunità di Pedrengo piange il suo ex sindaco Gabriele Gabbiadini, morto a soli 49 anni a causa di un infarto. Domenica sera, 4 agosto, Gabbiadini aveva accusato un malore, ma solo lunedì l’attuale sindaca, Simona D’Alba, lo aveva convinto ad andare dal medico, accompagnandolo in ambulatorio. Qui la dottoressa che lo ha visitato ha compreso immediatamente la gravità della situazione, ha chiamato il 112 per il ricovero immediato a Seriate, ma purtroppo non c’è stato niente da fare.

Sindaco per dieci anni

Gabbiadini lascia nel dolore la mamma e tre fratelli. Di professione programmatore tecnico di controlli numerici, Gabbiadini era stato sindaco di Pedrengo per 10 anni. Eletto per la prima volta nel 2009 con il sostegno del Popolo della Libertà e dalla Lega, era stato riconfermato nel 2014 con la sua lista civica «Uniti per il Cambiamento». Nel 2018 aveva vissuto anche l’esperienza della candidatura alle elezioni regionali nella lista civica dell’allora sindaco di Bergamo Giorgio Gori, sebbene senza successo.

Durante i suoi due mandati da sindaco aveva raggiunto molti obiettivi importanti per Pedrengo, fra cui spiccano la realizzazione della nuova scuola media «Francesco Nullo» e la predisposizione della nuova area feste riqualificata.

Amministratore apprezzato

Gabbiadini era un amministratore molto stimato da colleghi e cittadini. «È una notizia che mi lascia senza parole. Avevo incontrato Gabriele proprio domenica pomeriggio durante la Festa del Pescatore a Pedrengo», è il commento di Davide Casati, consigliere regionale del Pd ed ex sindaco di Scanzorosciate. Il secondo mandato di Gabbiadini è coinciso con il primo di Casati a Scanzo. «È stato sindaco per 10 anni e si è sempre contraddistinto per serietà, visione e onestà - prosegue Casati -. Tante delle opere urbanistiche sono state il frutto di sue scelte, nelle quali dimostrava un’attenzione importante per l’ambiente. Tra noi c’è sempre stato un rapporto di stima reciproca. Era un amministratore apprezzato, a prescindere dai colori politici».

«Lascia un vuoto colossale»

Parla di una «notizia tremenda» anche il sindaco di Seriate e presidente dell’Ambito, Gabriele Cortesi: «L’ho conosciuto più di 25 anni fa e in questi anni abbiamo condiviso tante cose, anche all’interno dell’assemblea dei sindaci. Era un amministratore completamente dedito al suo paese, appassionato di politica e di amministrazione. Era un grande amico, che lascia un vuoto colossale». Un sindaco sempre disponibile ma fermo ed intransigente, e un uomo riservato sulla sua vita privata.

«Metteva il suo servizio prima di ogni altra cosa»

Anche don Patrizio Carminati, curato parrocchiale, lo descrive come «una persona appassionata del suo lavoro e del suo paese» che ha servito Pedrengo «con passione, determinazione e con intelligenza politica». Di lui ricorda la grande curiosità e responsabilità con cui affrontava il suo incarico di primo cittadino. «Leggeva tanto, studiava tanto, voleva approfondire e soprattutto nulla era lasciato al caso. Un uomo che metteva il suo servizio come sindaco prima di ogni altra cosa. Prima c’era Pedrengo, poi c’era lui. Non era uno che voleva apparire, era uno che faceva i fatti».

Le strade di Gabbiadini e don Carminati si sono incrociate dal 2013 al 2019. «È stato un lavoro bello e di collaborazione. Abbiamo condiviso anche tante scelte, non sempre facili, ma necessarie. Non era solo un sindaco. Era un amico. Ci si incontrava per Pedrengo ed era sempre bello fermarsi con lui a parlare - ricorda il sacerdote -. Storia, società, educazione: era un uomo colto e che voleva sapere sempre di più». L’autopsia è fissata per mercoledì. Non ancora stabilita la data dei funerali.

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