Orio, pista rifatta in metà tempo: sull’incidente indaga la Procura

LE INDAGINI. L’obiettivo dei pm far luce sulle cause ed evitare che si ripeta. Sanga: la macchina dei soccorsi ha funzionato alla perfezione, grazie a tutti.

La Procura di Bergamo ha aperto martedì 2 ottobre un fascicolo – la cui ipotesi di reato è in fase di definizione – sull’incidente avvenuto alle 8 di martedì sulla pista dell’aeroporto di Orio al Serio, quando a un Ryanair giunto da Barcellona sono scoppiati i quattro pneumatici posteriori dopo che il Boeing 737 Max ha toccato terra. L’obiettivo dell’inchiesta – cui stanno lavorando, coordinati dal sostituto procuratore Laura Cocucci, la polizia di frontiera dello scalo e i periti dell’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo – è di capire il motivo per cui le gomme dell’aereo siano scoppiate, fortunatamente senza causare feriti tra i 161 passeggeri e 6 membri dell’equipaggio, anche per evitare che un analogo incidente possa ripetersi. Nessuno è stato comunque per ora iscritto nel registro degli indagati. L’inchiesta dovrà far luce sulle cause e stabilire se si sia trattato di un errore umano o di un guasto tecnico: le luci sono puntate, al momento, sull’impianto frenante del Boeing.

Le registrazioni dei software di volo

Sugli aerei ogni procedura viene comunque registrata dai software del velivolo e quindi eventuali anomalie potranno venire alla luce: quel che è certo è che i piloti non si erano resi conto di nulla durante il volo, né si erano palesati guasti con spie in cabina. Fino a quando il volo FR846 – decollato alle 6,42 da El Prat e volato regolarmente e in orario – non ha toccato la pista del Caravaggio non c’erano dunque state avvisaglie dell’incidente che di lì a poco si sarebbe verificato. La bravura del pilota e il fatto che siano scoppiati tutti e quattro gli pneumatici posteriori, e non per esempio soltanto i due di un lato, hanno permesso di evitare una rischiosissima uscita dalla pista.

Leggi anche

Voli regolari

Intanto martedì a Orio lo scalo ha funzionato perfettamente: nessuna ripercussione di quanto accaduto martedì. I disagi hanno riguardato il 40% dei voli programmati nella giornata. Per quanto riguarda le partenze, un’ottantina di voli sono stati cancellati e una sessantina sono partiti in ritardo, mentre per gli arrivi una sessantina di voli sono stati cancellati, una ventina dirottati su Malpensa, Linate e Verona e una settantina sono arrivati in ritardo. Complessivamente Sacbo ha stimato disagi a 23mila passeggeri per le cancellazioni e a ulteriori tremila per i voli dirottati.

Ripristino della pista in tempi rapidi

«È chiaro che da questo episodio si trarrà la debita esperienza, tanto che quanto accaduto è già stato schedato come caso di studio – commenta il presidente di Sacbo Giovanni Sanga –: certo è che la “macchina” per il ripristino della pista ha funzionato alla perfezione ed è stata davvero efficiente. Il mio grazie va ai tanti soggetti che hanno collaborato: alla tempestività dei vigili del fuoco, all’operatività di Seas per lo spostamento del velivolo, all’efficienza dell’impresa Milesi per il ripristino della pista e alla disponibilità delle forze dell’ordine di tutto lo straordinario personale del gruppo Sacbo».

Leggi anche
Leggi anche

Dal punto di vista tecnico, i 450 metri di pista danneggiati dai carrelli che hanno strisciato sull’asfalto, lasciando un solco profondo un centimetro, sono stati ripristinati in tempi davvero record dall’«Impresa Milesi Geom. Sergio» di Gorlago: «Appena accaduto l’incidente siamo stati contattati da Sacbo – ripercorre Maurizio Milesi – e abbiamo subito dato la priorità a questo cantiere, avendo già i permessi per intervenire sull’area e richiamando personale e mezzi da altri lavori che abbiamo temporaneamente sospeso: una ventina di persone, con dieci bilici, una fresatrice e una decina di macchine operatrici hanno portato a termine un intervento nella metà del tempo che ci si impiegherebbe di solito».

© RIPRODUZIONE RISERVATA