Cronaca / Hinterland
Mercoledì 24 Gennaio 2024
Neonato al cinema? «Paga». «Assurdo, dovevo allattarlo»
IL CASO. Alessia Masaracchia, 36 anni, di Serina, non ci sta. Sabato scorso, aveva programmato una serata al cinema. Ha pagato anche suo figlio Andrea, 40 giorni di vita.
«Quando mi è stato chiesto il biglietto di Andrea sono rimasta stupita. Ho fatto presente che aveva solo 40 giorni di vita. Che, generalmente nei cinema, ma anche in tanti altri spettacoli o servizi, sugli aerei o su altri mezzi di trasporto, bambini così piccoli non pagano. Ma non c’è stato verso. Ho dovuto pagare anche per lui, nove euro, quindi il prezzo intero».
Alessia Masaracchia, 36 anni, di Serina, non ci sta. Sabato scorso, aveva programmato una serata al cinema («Pare parecchio Parigi» di Leonardo Pieraccioni) con tre amici all’Arcadia di Stezzano. «Andrea è un bambino tranquillo, difficile che disturbi - continua la mamma di Serina -. Io non ho problemi a portarlo con me, nella fascia. Devo allattarlo spesso, anche fuori casa. Così avevo programmato questa sera. E anche i miei amici, che mi avevano preceduto in sala, hanno acquistato quattro biglietti, per loro e uno per me: neppure loro si immaginavano di doverlo acquistare per il piccolo Andrea. Invece, all’ingresso della sala, l’addetto ci ha chiesto cinque biglietti... Sono veramente rimasta sorpresa, c’è stata un po’ di discussione, abbiamo chiesto spiegazioni. Ai fini della sicurezza, ci è stato risposto, serve registrare l’ingresso del piccolo. Ma è anche vero che si può emettere un biglietto gratuito, senza dover far pagare un neonato di pochi giorni di vita. Anche perché Andrea non occupava alcun posto a sedere. È stato tranquillo per tutta la durata del film, ha dormito e non ha disturbato nessuno. Alla fine non ho dovuto neppure allattarlo».
Dal cinema Arcadia risponde un’addetta: «Sì, fino a nove anni di età facciamo comunque pagare ma un prezzo ridotto. Poi, per bambini così piccoli, anche quando ci chiedono tramite mail informazioni sulla possibilità di portarli in sala, consigliamo sempre che sarebbe meglio di no». Abbiamo poi chiesto ulteriori delucidazioni al servizio marketing del cinema - come da indicazioni dell’addetta - ma, fino a martedì sera, senza avere risposta.
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