Lo scalo di Orio compie 50 anni
«Il futuro è ora. Il Covid non ci ferma»

I 50 anni di Sacbo Sanga: «Orio ha un grande ruolo per il territorio». Il ministro De Micheli: l’aeroporto ha fatto crescere il Nordovest del Paese.

Un viaggio lungo 50 anni, con in tasca già il biglietto per i prossimi 50. L’aeroporto di Orio festeggia il suo primo mezzo secolo di vita in un anno difficile, difficilissimo, ma con tanta voglia di ricominciare. Cinquant’anni e 25 minuti dopo la firma di costituzione della Sacbo, il ministro delle Infrastrutture, Paola De Micheli, taglia il nastro della nuova area extra Schengen, benedetta dal vescovo emerito di Fidenza, Carlo Mazza che la definisce «quasi un segno profetico di speranza in questo tempo di faticosa uscita dalla pandemia». E nel frattempo ad ovest il cantiere del nuovo ampliamento procede a passo di carica.

Insomma, Orio non si ferma, e la colonna sonora scelta per il (davvero bello) filmato celebrativo pare fatta su misura, «Don’t stop me now» dei Queen. E forse non a caso, durante il verso che parla «di una tigre che sfida la gravità», appare il volto di Ilario Testa: 15 anni di presidenza consecutivi e tra i principali artefici del boom di un aeroporto «che all’inizio era poco più di un capannone» ricorda Nicola Zaccheo, presidente di Enac, nel suo intervento.

Passato e futuro tra i gate

Ma il successo di Orio è soprattutto un lavoro di squadra, cominciando dai 1.044 dipendenti di questo mezzo secolo in crescita. In questo estemporaneo spazio ricavato tra i gate per l’anniversario passa la storia dell’aeroporto: c’è il past president Mario Ratti, Emilio Zanetti, componenti del Cda di ieri e di oggi, come i vicepresidenti Andrea Moltrasio e Yvonne Messi e la new entry Carlo Mazzoleni, pezzi del mondo politico, economico e del territorio, il prefetto Enrico Ricci, figure storiche in Sacbo come Rocco Martelli, Ciro Ciaccio, Francesco Fassini. Mentre il direttore generale Emilio Bellingardi festeggia un doppio compleanno: il suo e quello della società.

«Sacbo è sempre in movimento, pur nella difficoltà di questi tempi: il Covid-19 ha rallentato i programmi, ma non fermato i nostri progetti» avvisa il presidente Giovanni Sanga. «Questo aeroporto ha un grande ruolo per lo sviluppo del territorio e continueremo ad impegnare risorse» assicura, ricordando i 500 milioni nel Piano di sviluppo aeroportuale. E nel ripercorrere la storia sottolinea «il grande merito dei padri fondatori di intuire i vantaggi potenziali che una infrastruttura sorta per esigenze militari avrebbe potuto destinare al territorio».

Per questo l’anniversario «è una giornata importante per tutti i bergamaschi» e sottolinea la necessità «di una visione di medio e lungo termine, prevedendo per quanto possibile gli scenari a venire». Ripartendo dopo il lockdown «forti di un progetto che è soprattutto un sistema di valori» e con un primo traguardo: «Arrivare ad agosto al 50% dei movimenti dello stesso mese nel 2019»

«Scalo con grandi potenzialità»

«Credo che l’aeroporto rappresenti la storia della città più di tante altre cose, soprattutto negli ultimi 20 anni» è la prima considerazione del sindaco Giorgio Gori: «Una storia di azionisti pubblici e privati che hanno trovato una buona armonia e non sempre succede» continua. «Una storia di uomini» sottolinea, ricordando lo scomparso Roberto Bruni (era presente la vedova, Maria Teresa), «e di un management efficace, dedito ed appassionato».

Ma anche (o soprattutto) una storia «che racconta non solo la crescita economica di Bergamo, ma anche un cambio di mentalità: ha portato un’apertura verso l’esterno e l’ha resa una città europea, come l’Università». E conclude ricordando la necessità di continuare nell’attenzione all’ambiente e ad una «crescita che sia sostenibile».

«Orio è la porta di Bergamo verso il mondo, e viceversa: da 50 anni ha allargato i nostri confini» è la considerazione del presidente della Provincia, Gianfranco Gafforelli: «Anche in questo momento difficile si sta distinguendo per efficienza e volontà di ripartire. Vale l’8% del Pil del territorio, la ripresa passa da qui».

In un sistema, quello lombardo, «dove giocare di sponda con Linate e Malpensa» spiega Claudia Terzi, assessore regionale ai Trasporti. «Ma questo aeroporto è la Bergamo che fa straordinariamente bene il suo lavoro: magari un po’ chiusa, ma lavorando in modo testardo».

Al punto tale, sottolinea Zaccheo «da aver sfiorato nel 2019 i 14 milioni di passeggeri, cifra prevista per il 2030». E questo, secondo il presidente di Enac, «testimonia le grandi potenzialità di questo scalo». Che il vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli, in un comunicato stampa definisce «un’eccellenza per Bergamo e un volano per l’economia del nostro territorio»

«Un futuro diverso»

Il finale è tutto dell’ospite d’onore, il ministro: «Orio giocherà un ruolo importante nelle Olimpiadi del 2026» spiega la De Micheli, annunciando l’imminente nomina «di un amministratore delegato per le infrastrutture che avrà anche poteri commissariali».

Poi si sofferma sulla vicenda Covid-19 per ricordare come «Bergamo abbia sofferto tanto, come la mia città (Piacenza - ndr)» e anche il paradosso «di un ministro dei trasporti che doveva dire alla gente di non muoversi. Sono cose che non possono non trasformarti». Per questo «raccontare storie di successo come Orio è un segno di speranza ma nello stesso tempo una cesura. Pur nella continuità degli obiettivi nulla sarà come prima, ma lo dico con un certo ottimismo».

Si riparte, cioè, ma con regole, sicurezza e prospettive diverse. E anche con un nuovo «Piano aeroportuale che per Orio significa un rafforzamento anche sul modello del cargo».Ma non metterà «in discussione le scelte fatte nel 2002: «Le regole non penalizzeranno scelte e investimenti fatti con il low cost». tanto più per uno scalo «che ha fatto crescere non solo Bergamo, ma il nordovest del Paese». Ora «nell’orgoglio del passato dobbiamo essere strumento di crescita per riconquistare un futuro diverso e pieno di successi». Orio scalda già i motori.

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