L’ex calciatore malato di Sla: «Querelato dal mio aggressore»

BRUSAPORTO. Turchi: «Mi aspettavo una telefonata di scuse, invece è arrivata la denuncia. Vado avanti per giustizia».

«Pensavo facesse almeno una telefonata per chiedere scusa, invece mi ha controquerelato». È quello che è accaduto a Stefano Turchi, ex calciatore professionista affetto da Sclerosi laterale amiotrofica e oggi responsabile della fascia agonistica del settore giovanile del Brusaporto, che ha denunciato di essere stato aggredito il 3 aprile, ad Albano Sant’Alessandro, dal genitore di un calciatore della squadra avversaria durante la partita Brusaporto-Uesse Sarnico, categoria Allievi regionali Under 17 Èlite. L’aggressore ha risposto alla querela che Turchi aveva presentato ai carabinieri dopo aver ricevuto le cure in ospedale in seguito ai colpi subiti, con una controdenuncia.

«Ho preso calci e pugni, mi è stata danneggiata l’auto e sono stato pure denunciato. A questo punto non mi resta che andare avanti a ogni costo, in difesa della mia persona e di tutti i portatori di handicap», precisa l’ex calciatore. «Non si tratta di una questione di risarcimento economico, voglio andare avanti anche per dare a questa triste vicenda un valore ulteriore in aggiunta a quello delle varie campagne di sensibilizzazione contro la violenza negli stadi».

Vado avanti, conclude Turchi, «anche se sono consapevole che in questa brutta pagina di calcio abbiamo perso tutti. Io ho preso le botte, quell’uomo ha dato un cattivo esempio al figlio e la società civile non è riuscita a produrre un antidoto alla violenza».

© RIPRODUZIONE RISERVATA