«Le mie borse, una coccola nella malattia»

LA STORIA. Daniela Laurora realizza colorate sacche porta-drenaggi da donare a pazienti oncologiche come lei. È nata anche una community online.

Un’idea nata dalla sua esperienza di paziente oncologica in cura per un tumore al seno all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Un dono per far sentire meno sole le donne che stanno vivendo la malattia. «Bags for farfalle flat» è il progetto, nato da qualche mese, di Daniela Laurora, 50enne di Torre Boldone, che crea borse porta-drenaggi cucite e dipinte a mano e personalizzate che vengono donate alle pazienti oncologiche degli ospedali di Bergamo e di Seriate che subiscono una mastectomia radicale senza ricostruzione. «Una coccola – la definisce Daniela –. Un pensiero fatto con il cuore da ricevere in un momento delicato».

«Sono flat bilaterale pure io (vale a dire senza la ricostruzione del seno dopo l’operazione oncologica) e ho molto a cuore questo progetto – prosegue l’ideatrice –. Lavoro nella speranza di farlo conoscere a più persone possibili e donarlo a chi sta vivendo quello che ho vissuto io». Nel team di creazione delle «borsine» ci sono Daniela e sua mamma, Patty. Daniela dipinge le borse. Patty, sarta di professione, le cuce.

Scopo di «Bags for farfalle flat» è di «non lasciare sole le donne che stanno vivendo questo percorso e far sentire loro accanto una piccola amica»

«Ho sempre amato dipingere. Ora dipingo su stoffa e cerco di colorare e abbellire queste borse affinché siano colorate, attraenti e di compagnia. A volte scrivo anche delle frasi motivazionali. Ogni borsa, di circa 27-28 per 30 centimetri con una tracolla di 110-130 centimetri circa viene confezionata in sacchettini trasparenti ed è accompagnata da un foglietto di ringraziamento e spiegazione del progetto», spiega Daniela. Scopo di «Bags for farfalle flat» è di «non lasciare sole le donne che stanno vivendo questo percorso e far sentire loro accanto una piccola amica».

Una community social

Attorno all’iniziativa è nata una vera e propria community che si riunisce virtualmente nei canali social che portano il nome del progetto, così da «sentirsi parte di un gruppo dove ritrovarsi, parlare, confrontarsi e trovare la forza per andare avanti – fa presente Daniela –. Il mio sogno è che le mie borse e il gruppo che si crea attorno ad esse siano in grado di dare un sostegno a chi sta vivendo questa condizione, per dare loro il coraggio di non mollare e continuare ad essere felici e orgogliose del proprio corpo, anche se ci troviamo senza seno e, spesso, non riusciamo per questo a trovarci belle. Ma lo siamo, eccome. Mi auguro che l’esperienza di ognuna sia d’esempio per l’altra».

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